Publiacqua - Ato3: indagine conoscitiva e non commissione d’inchiesta

Redazione Nove da Firenze
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01 ottobre 2008 15:38
Publiacqua - Ato3: indagine conoscitiva e non commissione d’inchiesta

Firenze– La commissione Territorio e Ambiente del Consiglio avvierà un’indagine conoscitiva per fare chiarezza sui rapporti tra Autorità di Ambito Territoriale e Gestore del Servizio Idrico Integrato relativamente alle prestazioni. Questa la strada scelta questa mattina in aula, con l’approvazione dell’ordine del giorno della maggioranza, di fronte alla richiesta della minoranza, di istituire una commissione d’inchiesta in merito alla vicenda delle tariffe idriche applicate da Publiacqua S.p.A.

nella gestione del servizio idrico integrato dell’ATO 3 Medio Valdarno.
Al momento del voto l’opposizione è uscita dall’aula per protesta. “Si parla – ha detto il presidente della commissione regionale Territorio e Ambiente, Erasmo D’Angelis (Pd) - della legittimità giuridica di un atto di transazione sottoscritto tra le parti per risolvere il contrasto tra Autorità d’Ambito e Gestore, in merito all’attività di gestione degli scarichi industriali e alle prestazioni accessorie (volture, tarature di contatori).

L’accordo è stato trovato su 6 milioni e 200 mila euro a sanatoria complessiva, da spalmare sulla tariffazione a partire dal 2011”. D’Angelis ha evidenziato, su un tema come quello dell’acqua, la “massima attenzione sui tasti dell’efficienza e la buona gestione pubblica, sulle tariffe che ricadono sugli utenti, sulle fasce sociali più deboli”. Maurizio Dinelli (Fi-Pdl) ha evidenziato i problemi politici all’interno della maggioranza che “ha fatto una forzatura al regolamento”.

“E’ la prima richiesta di commissione d’inchiesta che viene portata in aula – ha detto Dinelli – e le commissioni precedenti sono arrivate a conclusione con relazioni unanimi”. Dal consigliere di Forza Italia, l’invito al presidente del rispetto del regolamento (art.36) per il procedimento delle indagini conoscitive. “E’ grave che la sinistra – ha detto Marco Carraresi, capogruppo Udc – abbia impedito la costituzione della commissione d’inchiesta per far luce sui paradossi della gestione del servizio idrico nel Medio Valdarno”.

Alcuni dei punti oscuri evidenziati dal consigliere riguardano la regolarità dell’approvazione del piano operativo degli investimenti da parte dell’Ato: “su quale base – si è chiesto Carraresi – si è potuto procedere agli aumenti della tariffa?”; l’affidabilità del soggetto Publiacqua e l’idoneità e l’efficacia dello strumento indagine conoscitiva, affidato alla VI commissione.
Il consigliere Fabrizio Mattei (Pd) ha sottolineato come il contenzioso tra Ato e Gestore abbia investito il Difensore civico e il Tar e che elementi di chiarezza saranno messi in atto da organi di giustizia amministrativa.

“Abbiamo proposto un’indagine – ha detto Mattei – perché istituire una commissione apposita ci sembra uno spreco di risorse inutile e crediamo che una risposta adeguata possa arrivare in tempi rapidi e senza costi aggiuntivi nella commissione competente”.
Paolo Marcheschi (Fi-Pdl) si è detto “allibito” dal comportamento della maggioranza, perché “fare chiarezza sulla vicenda avrebbe fatto un favore a tutti gli utenti, non all’opposizione”. Marcheschi ha anche rilevato come la maggioranza abbia già annunciato che ci sarà un ricorso al Tar quando di fatto questo non è ancora stato presentato, e questo costringerà i gestori ad agire di conseguenza in ottemperanza ai voleri del Partito democratico.

“Anche il Difensore civico – ha proseguito il consigliere – ha detto quello che abbiamo detto noi. Che cosa serve alla maggioranza per capire che siamo di fronte a uno scandalo? Il tentativo è quello di insabbiare tutto e così oggi è stata data un’ulteriore spallata alla credibilità della politica”.
Giancarlo Tei (Ps) ha chiesto all’opposizione di non perdere un’occasione per andare a vedere quello che è realmente successo, “partendo da una relazione che rappresenta l’inizio di un percorso, non la sua fine”.

“L’opposizione – ha proseguito Tei – vuole demonizzare un sistema partendo da una questione che è puramente contrattuale”. Secondo il consigliere è operabile una mediazione investendo la commissione ordinaria di un mandato preciso, con i poteri previsti dal Consiglio regionale, per capire l’accaduto; non è invece opportuno enfatizzare i poteri delle commissioni di inchiesta, visto che la Regione non è il Parlamento.
Da parte di Andrea Agresti (An-Pdl) è stata avanzata l’osservazione che “sarebbe opportuno conoscere prima di dare dei giudizi, mentre il presidente della commissione Ambiente, D’Angelis ha già avanzato le sue conclusioni ed esplicitato il suo tentativo di pilotare l’indagine.

E questo – ha aggiunto Agresti – come vicepresidente non lo accetto”. Secondo Agresti le commissioni d’inchiesta sono state istituite in casi analoghi, in cui i danni per i cittadini erano molto meno rilevanti, e rappresentano lo strumento più adatto. “Comunque l’opposizione – ha concluso Agresti –, anche se è stata relegata in un angolo, farà di tutto perché l’indagine sia fatta come si deve”.
La maggioranza porta argomenti da “azzeccagarbugli” e con questo dimostra di essere in grande difficoltà: questo il giudizio di Alberto Magnolfi (Fi-Pdl), che ha giudicato “singolare” la tesi che non è possibile istituire una commissione d’inchiesta perché sono pendenti procedimenti giudiziari.

“Ricordo che quando la commissione su Firenze Fiera, che ha funzionato benissimo, fu istituita – ha aggiunto Magnolfi – erano in corso procedimenti giudiziari sia civili sia penali”. Per il consigliere inoltre è ridicolo affermare che una commissione di inchiesta e un’indagine conoscitiva sono la stessa cosa, perché con l’indagine ci si limita ad acquisire informazioni in via burocratica senza poteri speciali, mentre la commissione d’inchiesta ha poteri ispettivi e di convocazione.

“La maggioranza – ha concluso Magnolfi – dà prova di un arroccamento incomprensibile e per questo non parteciperemo alla votazione”.
Alessandro Starnini (Pd), in qualità di presidente dell’aula al momento della discussione, ha voluto rilevare che “sostenere che una commissione d’inchiesta ha poteri inquirenti e di convocazione non è esatto. In verità i poteri di indagine affidati alle commissioni permanenti sono anche più penetranti. Inoltre il Consiglio ha già due commissioni d’inchiesta in corso che impegnano molti consiglieri, e aggiungerne un’altra vorrebbe dire non fare più alcuna inchiesta”.
“La nostra proposta non va a ledere il diritto della minoranza di chiedere una commissione d’inchiesta – ha affermato Alessia Petraglia (Sinistra democratica) -.

Il punto non è questo, ma quello di capire quale sia lo strumento migliore per affrontare una questione delicatissima. Noi non ci sottraiamo, anzi consideriamo estremamente importante fare chiarezza; per questo riteniamo essenziale mettere in condizione la commissione Ambiente di lavorare al meglio”.
Aldo Manetti (Rifondazione comunista) ha sottolineato “di non voler assolutamente sottovalutare la questione, ma di voler utilizzare fino in fondo gli strumenti che il consiglio ha”. “Questo – ha proseguito il consigliere – è una garanzia sia per la maggioranza che per l’opposizione.

Le commissioni ordinarie hanno molti poteri, ed è bene utilizzarli pienamente invece di ricorrere alle commissioni di inchiesta”.
“Da un punto di vista di correttezza istituzionale, devo ricordare che non ho censurato nessuno né ho polemizzato con nessuno. Non ho neppure espresso alcun giudizio nel merito ma ho solo chiesto chiarimenti su un punto che era apparso oscuro”. Questa la replica del Difensore civico regionale Giorgio Morales al comunicato stampa diramato nella mattinata di oggi, mercoledì 01 ottobre, dall’Autorità d’ambito Ato 3 Medio Valdarno.

Comunicato nel quale si afferma che “sulla vicenda dei conguagli a Publiacqua, il Difensore civico alimenta confusione” e nel quale si dichiara che “appare singolare il persistere del Difensore civico nell’affrontare questi temi sulla stampa nel pieno di una polemica politica”. “Devo far presente – continua ancora la nota di Morales – che il Difensore civico rende pubbliche le sue posizioni e ha il dovere di informare tutti i cittadini. Lo ha sempre fatto con un alto senso di responsabilità quale è nella sua natura e nei compiti che è chiamato a svolgere, in piena autonomia e indipendenza”.

Sul prossimo incontro tra Autorità e Difensore civico su “aspetti controversi” rilevati tra delibera, Piano d’ambito e altre comunicazioni, Morales si “augura che possa essere occasione ideale di chiarimento”.

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