Crisi idrica dei fiumi: una task force regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2007 14:32
Crisi idrica dei fiumi: una task force regionale

“Basta affacciarsi dalle sponde dei nostri fiumi o dei laghi come Bilancino per verificare lo stato di crisi idrica. La mappa della situazione idrica dell’Arno e degli altri fiumi toscani rivela livelli critici e scorrono al 50 per cento delle portate invernali storiche. Colpa dell’inverno che non c'è stato e di un 2007 che passerà alla storia come il più caldo dal 1800 a oggi e c’è bisogno di correre ai ripari con una task force regionale che affronti seriamente il tema della riduzione degli sprechi”.

E' quanto afferma Erasmo D’Angelis (Margherita), Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale.
“E’ del tutto evidente che siamo di fronte a scenari anomali causati dall'accelerarsi dei mutamenti climatici e che le piogge di questi giorni non copriranno il deficit idrico – spiega D’Angelis - è una emergenza, destinata a durare nel tempo e dalle famiglie all’industria e all’agricoltura, tutti possiamo fare molto agendo sugli usi, evitando abusi idrici e sprechi.

In Toscana, sommando tutti i consumi di acqua per uso civile, agricolo, zootecnico e industriale, è come se vivessero 12 milioni di abitanti, anziché 3.5 milioni. Ne consumiamo complessivamente 257 litri al giorno a testa. Deve crescere la consapevolezza di un bene non illimitato”.
Per D’Angelis “bisogna immaginare una grande operazione su scala regionale dedicata al tema del risparmio idrico per garantire interventi di manutenzione, recupero e riciclaggio delle acque nonché campagne di informazione e educazione sull'uso corretto dell'acqua, per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo e per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico come suggerisce anche Coldiretti.

E non possono più essere rinviati – conclude D’Angelis - interventi strutturali per realizzare piccoli invasi che ci consentano di immagazzinare acqua durante l’anno e per ammodernare il sistema di distribuzione (acquedotti e condutture) che disperde il 27 per cento della risorsa (la media nazionale è del 42)”.

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