Centro di permanenza temporanea : De Zordo difende Cruccolini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2005 17:12
Centro di permanenza temporanea : De Zordo difende Cruccolini

"L'attacco che Eros Cruccolini sta subendo in queste ore dal gruppo dirigente dei Democratici di Sinistra di Firenze ci preoccupa - ha detto il capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo - . L'accusa è quello di oltraggio al Capo, ovvero a Massimo D'Alema, dopo che il presidente del Consiglio Comunale ha osato scrivere al presidente dei Ds una lettera dove contestava la sua visione in difesa del sistema di regolamentazione dei flussi migratori imperniato sull'esistenza dei Centri di Permanenza Temporanea".

"Nell'esprimere piena solidarietà ad Eros Cruccolini, vorremmo però anche esporre i motivi della nostra preoccupazione - ha proseguito De Zordo -. Il primo riguarda la difesa dei Cpt espressa dal gruppo dirigente dei Ds, con l'eccezione, va riconosciuto, dei 13 presidenti di regione, ad iniziare da Claudio Martini, che hanno sottoscritto il documento per il loro superamento proposto da Nichi Vendola e dalla società civile, documento sostenuto poi in particolare anche da tanti iscritti ai Ds".

"Con la posizione espressa da D'Alema, e difesa a spada tratta dagli epigoni fiorentini, appare chiaro come chi conta dentro i Ds stia rimuovendo i valori e i principi promossi dalla Costituzione Repubblicana in tema di diritti umani. Vengono difese infatti delle istituzioni totali come i Cpt, infami e tragiche allo stesso tempo per come azzerano la dignità delle tante persone che lì vengono 'ospitate' ". "Il secondo motivo è di natura politica. Siamo infatti fortemente preoccupati per le dinamiche interne all'Unione fiorentina di cui Unaltracittà/Unaltromondo è parte attiva - spiega la consigliera De Zordo -.

La deriva rappresentata dalla fedeltà cieca al Capo che, nel perseguire la folle rincorsa verso l'elettorato di destra, snatura l'identità stessa del suo partito, rischia di soffocare quello spirito unitario e allo stesso tempo rispettoso delle varie provenienze politiche e culturali, che riteniamo sia necessario, anzi fondamentale, per battere Berlusconi e il berlusconismo". "Come è possibile infatti agire politicamente insieme ad un gruppo dirigente che colpisce così duramente Eros Cruccolini solo perché dice la sua nel dibattito sui Cpt? - prosegue DE Zordo - Ciò vuol dire che la cattiva abitudine di non discutere verrà traslata da posizioni di forza anche dentro l'Unione? Che non ci sarà spazio per un dibattito sul merito delle cose? Che la linea la definisce, come nella giungla, solo chi è più forte? Una preoccupante conferma di ciò arriva purtroppo proprio in queste ore con la firma per la costruzione (a tutti i costi, anche di vite umane, basti vedere le ipocrisie espresse sul tema della diossina) del nuovo inceneritore della Piana.

Una forzatura compiuta con il dibattito sulla strategia rifiuti zero ancora aperto. Oggi qualche 'autorevole' dirigente dei Ds vorrebbe addirittura cacciare Eros Cruccolini dal partito. E' preferibile rimuovere chi disturba il manovratore piuttosto che affrontare il problema nel merito. Ci viene allora in mente ciò che diceva nel 1978 Enrico Berlinguer a proposito del metodo di lavoro interno al PCI ovvero che: «non dobbiamo assicurare un unanimismo preventivo, ma garantire alla fine, dopo un confronto democratico di tutte le possibili alternative, l'indispensabile unità nell'orientamento e nel lavoro concreto del partito».

Oggi tutto ciò non esiste più. Il nuovo statuto dei Ds ha introdotto la "disciplina vincolante". Il nostro timore è che questo virus antidemocratico possa contagiare i lavori e dunque la vita stessa dell'Unione, a Firenze come nel paese. Ciò sarebbe folle, in un momento storico in cui è necessaria oltre all'unità a sinistra, anche la capacità politica e culturale di affrontare alla radice il dramma in cui è finito il nostro paese dopo 5 anni di governo delle destre. Ed esiste solo una classe dirigente capace di sollevare l'Italia dal declino politico, economico, sociale e culturale, ed è solo e soltanto quella capace di confrontarsi sul merito delle questioni mettendo una buona volta da parte la cultura dogmatica ed opportunista che ancora troppo spesso affligge la politica anche a sinistra".

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