Leonardo Domenici, Matteo Renzi e i consiglieri comunali hanno letto i dati che emergono dalla ricerca di Annibale Biggeri?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2005 22:41
Leonardo Domenici, Matteo Renzi e i consiglieri comunali hanno letto i dati che emergono dalla ricerca di Annibale Biggeri?

E' quanto si chiede la capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" Ornella De Zordo. I dati sono forniti dallo studio sulla mortalità nel periodo 1981-2001 della popolazione residente nei comuni circostanti l'area dell'ex inceneritore di San Donnino (attivo dal 1973 al 1986), realizzato dall'università di Firenze nell'ambito dei finanziamenti 2002-2004 del Miur (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca). L´indagine è stata coordinata dal professor Biggeri, docente di statistica per la ricerca sperimentale alla facoltà di medicina e direttore dell'unità operativa di biostatistica del Cspo, il "centro per lo studio e la prevenzione oncologica".

«Tale ricerca - ha aggiunto l'esponente dell'opposizione - non fa che confermare tutti i dati allarmanti che, ad iniziare dai risultati della stessa "valutazione di impatto sanitario per il termovalorizzatore, erano già noti. Nella ricerca si afferma che nell'area dell'inceneritore di San Donnino si muore di cancro tra l'84% e il 126% in più che nelle altre zone. La cosa spaventosa è che tali risultati non instillano nessun dubbio nelle menti dei politici della maggioranza accomunati nella volontà di costruire l'inceneritore a tutti i costi, ad iniziare dal sindaco Domenici e dal presidente della provincia Renzi.

Perché non riescono a comprendere quanto scritto nella prima parte della "valutazione di impatto sanitario", ovvero che "tutte le tecnologie di termodistruzione hanno il problema di produrre grandi quantità di inquinanti"? Come è possibile che il presidente Renzi, in nome di quanto richiesto dalle categorie economiche, metta a rischio la sua stessa vita, considerato che si appresta a trasferire la sede della Provincia nell'area di Castello, una zona che sarà tra le più colpite dalle diossine del nuovo inceneritore? Lascerà una sede di rappresentanza nel centro storico, magari in area pedonale?».

«Come movimento nato da una richiesta di rinnovamento della politica - ha concluso la capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" - rimaniamo esterrefatti, stiamo vivendo una stagione di pieno scollamento tra gli amministratori, sensibili più agli interessi forti che alle diossine, e i cittadini che tuttavia sono in grado di organizzarsi e di mettere insieme competenze all'altezza della situazione. E' paradigmatica l'assemblea dello scorso 20 giugno organizzata dal Quartiere 5 solo dopo una vasta raccolta di firme degli abitanti della zona.

In quell'occasione, ad esempio, abbiamo assistito ad una scena in cui il consigliere diessino Barbaro, pur essendo dirigente dell'Agenzia per l'ambiente, ha dato un'interpretazione dei risultati della "Vis" che sembra non tener conto della salute dei cittadini. Quegli stessi cittadini che lo hanno eletto in consiglio comunale e che dovrebbero essere da lui rappresentati nell'assemblea di Palazzo Vecchio».
«Premesso che trovo inaccettabile il tentativo nemmeno velato della collega De Zordo di mettere in dubbio la mia onestà intellettuale con una polemica per me incomprensibile, tuttavia mi corre l'obbligo di chiarire che nel corso dell'assemblea pubblica del 20 giugno scorso alla scuola "Ernesto Balducci" a Peretola non mi sono permesso di "intepretare i risultati della valutazione d'impatto sanitario", documento che ho solo citato in modo del tutto marginale.

Ho invece tentato di fare un ragionamento più articolato circa il problema della gestione dei rifiuti, e di quali azioni debbano essere intraprese dalle pubbliche Amministrazioni e dai cittadini per affrontarlo e risolverlo con razionalità e con il minor impatto possibile». Questo il commento di Antongiulio Barbaro, consigliere comunale DS, all'odierna presa di posizione della capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" Ornella De Zordo. «Personalmente ritengo, anche per la mia formazione culturale e tecnica - ha aggiunto Barbaro - che la VIS e qualunque altro studio epidemiologico debbano essere letti, studiati e analizzati con attenzione chiedendo tutti i chiarimenti del caso direttamente agli estensori, i quali godono tutti della mia stima.

Per questo ho chiesto per primo, fin dall'agosto 2004, che si facessero gli approfondimenti necessari nelle commissioni consiliari competenti, ho partecipato interamente alle due audizioni che si sono tenute nelle scorse settimane pur non essendone componente, ed ho evitato sia prima che dopo di aggiungere commenti tecnici a quanto detto dagli estensori della VIS, né come consigliere comunale né tanto meno come dipendente di una nota struttura pubblica. Infatti ritengo che informarsi con il massimo scrupolo, evitando di sposare l'una o l'altra tesi prima di aver letto tali documenti, sia il modo più corretto di interpretare il mandato dei cittadini, specie su un tema come questo».

«Quanto alla mia capacità di rappresentare segmenti di opinione pubblica - ha concluso il consigliere diessino - credo sarebbe più corretto lasciarlo giudicare a chi ha avuto fiducia nel sottoscritto sia nel 1999 che nel 2004, fermo restando che ogni consigliere comunale è chiamato al duro compito di proporre azioni che siano nell'interesse generale della città, facendosi carico della complessità dei problemi nonché delle possibili soluzioni. In questo contesto, mi pare sia da respingere al mittente qualunque valutazione manichea che punti ad additare come inquinatori in mala fede coloro che ritengono necessario o quanto meno inevitabile, a certe condizioni e nel rispetto della normativa sulla gestione dei rifiuti, dotarsi di impianti di termovalorizzazione capaci di chiudere il ciclo dei rifiuti».
Per risolvere l'emergenza rifiuti c'è una sola ricetta: realizzare il termovalorizzatore.

Non hanno dubbi il consigliere provinciale di Alleanza Nazionale Nicola Nascosti e la consigliera comunale Gaia Checcucci. «Ulteriori ritardi e ripensamenti sono inammissibili - hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra - lo dicono i dati e le previsioni economiche. Nel 2003, secondo le stime della Regione Toscana, nell'Ato 6 sono state prodotte 421mila tonnellate di rifiuti: 226mila sono state smaltite in discarica (il 40% in discariche fuori dell'Ato 6), 192mila nei cosiddetti "impianti di selezione" (il 40% finiscono nell'impianto di Publiambiente a Case Sartori) e solo 3600 sono "bruciate" nel termovalorizzatore di Selvapiana, nel Comune di Rufina».

«Tra smaltimenti nel proprio ambito territoriale di riferimento e quelli fuori ATO - hanno ricordato Checcucci e nascosti - il cittadino si trova a pagare ogni anno il 20% in più di tassa sui rifiuti che va a sommarsi alle eco-tasse da pagare alla Regione. Oltre la spesa economica, poi, c'è il danno ambientale: le discariche producono numerosi agenti inquinanti tra cui la diossina non solo durante la loro attività, ma anche post-mortem, quando, in disuso, vanno gestite per oltre 30 anni con costi economici e di salute non indifferenti».

«Il nostro sistema impiantistico è però insufficiente - hanno rilevato - la prima cosa da fare, quella più urgente, è che la Provincia individui il luogo dove realizzare il termovalorizzatore dell'Ato 6. Le critiche sollevate in questi giorni sono anacronistiche: il Governo ha recepito un'apposita direttiva dell'Unione europea sulle localizzazioni che aumenta le cautele e le salvaguardie per i cittadini. Senza dimenticare che una raccolta differenziata al 70% è insostenibile economicamente».

Da parte sua Gaia Checcucci ha chiesto «lo stop della fusione tra Quadrifoglio e Safi». «Saranno i consigli comunali - ha aggiunto - a scegliere il modello di società che dovrà gestire il processo integrato dei rifiuti. In Safi c'è un socio privato: con la fusione tale socio rimarrà comunque senza una gara».
“Il problema delle politiche di smaltimento dei rifiuti deve essere risolto con decisione e la scelta del termovalorizzatore è l’unica soluzione per far fronte ad una crisi che si aggrava progressivamente”.

Ugo Bercigli, presidente della Uisp di Firenze, associazione da sempre legata alle tematiche dello sport per tutti, dell’ambiente e della solidarietà, getta un sasso nella palude politica in cui sembrano essersi impantanate scelte inderogabili per il futuro di Firenze e della Piana. “E’ necessario continuare ad investire – spiega - sullo sviluppo delle raccolte differenziate, sino ad arrivare alla quota percentuale del 45 % prevista dal Decreto Ronchi per il 2009, e la Uisp è già impegnata come partner delle istituzioni locali per il raggiungimento dell’obiettivo.

Queste, però, non possono essere una soluzione esaustiva ed immediata del problema. La realizzazione del termovalorizzatore è una scelta che appare ormai inderogabile per far fronte alle esigenze del territorio, garantendo una risposta in tempi utili al problema dello smaltimento dei rifiuti. Una scelta consapevole che, per essere accettabile, deve comunque tener conto della salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini, garantendo standard qualitativi di assoluta sicurezza e portando avanti un piano di risanamento e di tutela ambientale della zona”.

Una posizione sostenuta anche da Brunella Settesoldi, responsabile Uisp per il Gruppi di lavoro Ambiente e stili di vita. “ Ci sono due elementi fondamentali in questa scelta – spiega -: lo sviluppo delle garanzie tecniche degli impianti, ben diversi da quelli di una ventina di anni fa, e il tipo di utilizzo che sarà fatto del nuovo termovalorizzatore. Nel primo caso il riferimento è anche alla discarica di Case Passerini, con il suo impianto di selezione e compostaggio. E’ necessario che la struttura funzioni meglio e soprattutto che si preveda un risanamento ambientale dell’area, prevedendo anche forme di monitoraggio per il futuro.

Nel secondo, il tipo di utilizzo può essere un ulteriore elemento di sicurezza. Una gestione corretta, che stabilisca con chiarezza quali rifiuti possono essere conferiti al termovalorizzatore, è una garanzia in più per la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”.
«Riprendiamo dunque il nostro impegno "di parte" per comporre sintesi politiche socialmente avanzate e lasciamo stare gli attacchi e le supponenze personali». E' quanto hanno dichiarato il capogruppo dei Verdi Giovani Varrasi e il consigliere Domenico Valentino a proposito della questione dello smaltimento dei rifiuti e del termovalorizzatore «Il complicato problema della produzione smodata di rifiuti da parte di una società consumistica - hanno aggiunto - la loro differenziazione, lo smaltimento con eventuali forme di riciclaggio, la consapevolezza che dobbiamo occuparci dei " nostri" rifiuti senza esportarli, è uno dei temi del giorno della politica cittadina e metropolitana.

Le varie opzioni politiche hanno avuto modo di esprimersi compiutamente: l'"opzione zero" è stata correttamente collocata nella dimensione utopica, mentre, sul versante degli "inceneritoristi" sbrigativi e assoluti, serpeggia il legittimo dubbio scientifico che inceneritori senza controllo emettano fumi che sono "teratogeni" e comunque fortemente lesivi della salute dei cittadini». «Si fa strada - hanno rilevato Varrasi e Valentino - l'ipotesi realistica che la raccolta differenziata debba e possa raggiungere percentuali trea il 50 e il 65% e che dunque l'incenerimento e la termovalorizzazione del restante tonnellaggio possa comportare la necessità di impianti medio-piccoli a cui aggiungere forme di controllo sanitario serie e continue.

Su questo filone c'è poi chi si interroga sulla possibilità che gli ATO di Firenze, Prato e Pistoia possano utilizzare un unico impianto di incenerimento. All'interno di questo livello politico, dove l'intrecciarsi e il contrapporsi delle varie analisi e soluzioni arricchisce il dibattito e le possibili soluzioni, si è inserita una nota molto stonata, rappresentata dall'attacco personale al consigliere Barbaro accusato di non si sa bene quali misfatti». «Non abbiamo bisogno di una lista, esposta al pubblico plauso e/o ludibrio, di buoni e cattivi, nè di persone o gruppi che si autonominano giudici o maestri - hanno concluso i due consiglieri dei Verdi - per quanto riguarda il consigliere Barbaro, lo abbiamo notato più volte mentre sosteneva, dentro la maggioranza, posizioni di valore ambientalista».


«Prosegue la strategia di Ornella De Zordo, tesa ad allarmare la comunità e a demonizzare chi la pensa diversamente attraverso una comunicazione falsata e strumentale». Così il capogruppo della Margherita Nicola Perini commenta le ultime dichiarazioni della capogruppo "Unaltracittà/unaltromondo". «Ornella De Zordo scopiazza l'abitudine storica della sinistra di individuare nel vero nemico il compagno vicino - ha aggiunto Perini - quello stesso compagno che promuove peraltro strategie di avvicinamento e dialogo tra le stesse forze di sinistra: ad esempio il presidente della sesta commissione consiliare Gregorio Malavolti e il consigliere dei DS Antongiulio Barbaro.

Per la prospettiva dell'Unione, da proporre anche a Firenze, ci attendiamo reazioni da parte di Rifondazione Comunista che stigmatizzino metodi e comportamenti della consigliera De Zordo».

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