Toscana, alle urne meno del 40%

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2005 18:11
Toscana, alle urne meno del 40%

Neppure un toscano su due si è recato al voto.
E' questo il primo dato che balza agli occhi analizzando i dati sull'affluenza in Toscana.

1° quesito, 39,8% votanti con una percentuale di SI' pari al 92,8%

2° quesito, 39,8% votanti (con una percentuale di SI' pari al 93,4%

3° quesito, 39,8% votanti con una percentuale di SI' pari al 92,7%

4° quesito, 39,7% votanti con una percentuale di SI' pari al 84%

N.B.: i dati sono aggiornati alle 18

"Non c’è dubbio che dalla prova del 12-13 giugno l’istituto referendario in sè per sè esce gravemente compromesso e non so quanto questo sia un bene per la democrazia italiana –afferma l'on.

Valdo Spini- Personalmente credo proprio che non lo sia affatto. Un rimedio potrebbe risiedere nell’alzare fortemente il numero delle firme, farle raccogliere con modalità in cui l’autenticità sia garantita e poi togliere il quorum necessario per la validità del referendum stesso. Il problema più immediato comunque è un altro e riguarda il merito di questo referendum, e cioè le norme sulla procreazione assistita. Paghiamo, e non potrebbe essere altrimenti, le debolezze, le pause, il mancato intervento dell’Unione delle forze del centro sinistra come tali in materia.

Infatti, una coalizione che si sente potenzialmente maggioritaria avrebbe dovuto puntare più sulla prospettazione agli elettori delle elezioni politiche del 2006, di una proposta concordata ed organica per modificare la legge, piuttosto che su un referendum abrogativo per di più su domande largamente incomprensibili per lo stile tecnico-giuridico con il quale erano formulate. Purtroppo nel centro sinistra una proposta di modifica unitaria della legge non è venuta fuori. Ritengo per altro, che una riflessione più generale vada fatta anche nella sinistra.

Infatti non premia l’essere laici a corrente alternata, inventare la categoria del “laicismo” come un estremismo da scongiurare e trovarsi poi in radicale opposizione nella campagna referendaria alla Chiesa cattolica italiana. Occorrerà lavorare a fondo per ricostruire una corretta consapevolezza della laicità dello Stato e delle Istituzioni".

“Il nostro obiettivo era e rimane quello di cambiare questa legge -afferma la Senatrice Vittoria Franco- Perchè è una pessima legge.

Ora metteremo alla prova coloro che hanno predicato l’astensionismo sostenendo la sovranità del Parlamento in merito alla questioni poste dal referendum. La battaglia referendaria è stata una battaglia impari. Sia per le risorse che per i poteri schierati in campo, sia per l’utilizzo strumentale di una forte percentuale di astensionismo cosiddetto fisiologico a questo tipo di consultazioni, che insieme a altre questioni come l’impossibilità del voto per i cittadini all’estero, ha reso facile la vittoria dell’astensionismo.

E’ stato comunque un percorso che ci ha fatto incontrare tanta gente, di tutti gli orientamenti politici e le fedi religiose e che ci ha dato la possibilità di riflettere questioni insolite per la politica ma importanti per la crescita del paese. Penso che sia anche urgente mettere mano alla legge che regola i referendum. Da oltre un anno ho presentato un Disegno di legge che alza fino a un milione e mezzo le firme necessarie per la richiesta del Referendum e al 33 per cento il quorum”.

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