Hamletmaschine di Heiner Mũller inaugura la stagione del Teatro Studio di Scandicci, sabato 8 e domenica 9 gennaio, alle ore 21.15

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 gennaio 2005 22:34
Hamletmaschine di Heiner Mũller inaugura la stagione del Teatro Studio di Scandicci, sabato 8 e domenica 9 gennaio, alle ore 21.15

E' uno dei gruppi di ricerca più rigorosi tecnicamente e ispirati di questa generazione interpreta uno dei testi più significativi di uno autore polemico, radicale e famoso guasta–feste degli ottimismi della società contemporanea.
Lo spettacolo, che coincide con il secondo passaggio dei registi Annalisa Bianco e Virginio Liberti attraverso Heiner Mũller dopo uno strepitoso Quartett, nasce dalla volontà di gettare un ponte con la sofferenza, di tradurre in rappresentazione immediata il pensiero del dolore per guardare in faccia la disperazione, lo smarrimento, la morte.
Hamletmaschine allora, è una messa in scena raggelata, dove il tempo sembra ristagnare immobile e conferire alla dimensione del pathos una dilatazione spasmodica.

È il regno dell’inazione. La direzione verso cui tende la rappresentazione è quella dell’immobilità dei manichini dalle forti espressività facciali, gli attori recitano il copione di altri, i testi di Muller fluttuano in scena disgiunti dalle voci degli attori, in un processo di straniamento che rimarca una volta di più il corto circuito del teatro.
La scena diviene una trappola per topi, quello che entra non riesce più ad uscire, e rimane vittima dell’agonia della rappresentazione.


Amleto è l’uomo che lancia le sue urla di dolore al cielo di cartapesta, ingessato e disteso su un lettino d’ospedale. È un moribondo, in bilico tra la vita e la morte, privo di anticorpi rispetto agli schiaffi del destino, paziente come colui che patisce il dolore, che convive giorno e notte con il cancro incurabile della condizione umana.
Biglietto intero € 12 – ridottio € 10.
La prenotazione è obbligatoria.

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