Riccardo Tesi e Patrick Vaillant in concerto mercoledì 24 (ore 21.15) al Teatro "Le Laudi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2004 19:00
Riccardo Tesi e Patrick Vaillant in concerto mercoledì 24 (ore 21.15) al Teatro

Un “antico futuro” nel segno della musica, un ponte di note possibili per rinserrare assieme i giochi della memoria, la forza del presente, l’intuizione di ciò che potrà essere domani. Due strumenti, il mandolino e l’organetto diatonico, che sembravano destinati fino a qualche anno fa alle secche del dimenticatoio, al sarcasmo sgarbato di chi con, un ghigno, si taglia le radici (culturali) sotto i piedi. Sono sempre qui, quei due strumenti, protagonisti di una sfavillante piccola rinascenza della musica acustica, e vibrano sotto le dita di Riccardo Tesi e Patrick Vaillant.

Da vent’anni: traguardo di durata, festa grande per tutti o, almeno, per chi ha a cuore le sorti di una musica che non sopporta i recinti, che aborre gli steccati culturali, che volta le spalle ai gretti, asfittici arroccamenti di campanile. Un toscano inquieto e curioso della provincia che faceva (fa) da crocevia fra molte Italie possibili, il pistoiese, un nizzardo che usa come un grimaldello gioioso la sua identità di franco – provenzale. Alla fine potreste definire il tutto “musica mediterranea”, “nuova musica acustica” “world music gallolatina”: gran bella storia, quando a un certo punto non ci sono più le “parole per dirlo”.
Meglio sintonizzarsi, esserci di persona, a questo concerto,e gustarsi la danza infinita sui pentagrammi di questo duo che da un ventennio incrocia plettri e mantici, bottoni madreperlati e legno sonante: una volta ci ha raccontato la storia di Anita, la fiera compagna di Garibaldi, una volta è stato il refrigerante Veranda, poi c’è stato il memorabile saliscendi d’emozione di Colline (era della partita un altro talento affollettato: il grande Gianluigi Trovesi), ed ancora la missione impossibile de “Un ballo liscio”: ovvero come gettare nella spazzatura il ciarpame da cartolina, e recuperare sostanziose ragioni d’essere alle nostre danze.

Sempre e comunque, l’incanto di un suono splendidamente inattuale, in sapiente ed eretico abbraccio con il jazz, gli umori del mediterraneo, il suono di strada, la ricerca colta, le grandi musiche popolari sparse nel Pianeta. Frank Zappa diceva che la musica è il nobile artigianato della “decorazione del tempo”: qui ci sono due maestri che sanno lavorare di bulino, nell’intarsio.

Per informazioni: 055 572831 – 055 240397

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