Udienza oggi davanti alla Corte costituzionale per il ricorso del Governo contro lo Statuto della Regione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2004 22:54
Udienza oggi davanti alla Corte costituzionale per il ricorso del Governo contro lo Statuto della Regione

firenze- Statuto regionale all’attenzione della Consulta. Oggi la Corte costituzionale ha esaminato il ricorso depositato ad agosto dal Governo contro la Carta fondamentale della Regione Toscana, approvata lo scorso luglio. A rappresentare in aula la Regione c’era l’avvocato Stefano Grassi.
Undici i punti impugnati – nell’udienza di oggi grande spazio è stato riservato al diritto di voto agli stranieri e al riconoscimento delle altre forme di convivenza al di fuori del matrimonio – ed undici le controdeduzioni.

Lo Statuto, ha sottolineato anche oggi la Regione, non si è mai contrapposto alle norme costituzionali: nessuna delle formulazioni adottate mette infatti in dubbio la competenze statali e nelle norme di principio dello Statuto più volte viene sottolineato “lo spirito di lealtà e di piena coerenza con l’unità dell’ordinamento costituzionale” e “la piena adesione dello Statuto ai principi, valori e disposizioni della Costituzione vigente”. Queste affermazioni, sottolineano gli uffici della Regione, costituiscono la chiave di lettura che il Governo ha omesso di considerare.

Questo Statuto, è stato spiegato anche oggi alla Consulta, non può modificare la Costituzione. Quello che, coerentemente con la giurisprudenza costituzionale, lo Statuto della Toscana ha voluto invece fare è promuovere l’attuazione di diritti costituzionalmente rilevanti: attraverso norme programmatiche, senza alcun valore precettivo. Vale per il diritto di voto agli stranieri, vale per il riconoscimento delle altre forme di convivenza al di fuori del matrimonio, ma anche per il rispetto dell’ambiente, la tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, la promozione dello sviluppo economico e la valorizzazione della libertà di iniziativa economica pubblica e privata che sono i primi quattro punti su cui il Governo ha fatto ricorso.

Sui due motivi di impugnativa che riguardano invece gli enti locali – l’intervento legislativo regionale per l’organizzazione e lo svolgimento di funzioni a loro conferite, qualora occorra disciplinare in modo unitario i tributi propri di questi enti – la Regione ha replicato che non c’è nessuna interferenza con la loro autonomia regolamentare.
Il governo aveva inoltre censurato le disposizioni dello Statuto sull’accesso agli atti amministrativi, la formazione ed attuazione degli atti comunitari nelle materie di competenze regionale e la disciplina del referendum abrogativo.

La Regione ha replicato che la prima questione rientra nelle materie di competenza statutaria, che sugli atti comunitari la disciplina regionale risulta necessaria a fronte della legge La Loggia del 2003 e che sul referendum abrogativo l’articolo 123 della Costituzione consente a ciascuna Regione di stabilire in modo autonomo i criteri e i limiti della partecipazione diretta degli elettori all’attività degli organi regionali.

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