Publiacqua, Checcucci (AN): «Tutta la verità sui canoni di concessione»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2004 19:27
Publiacqua, Checcucci (AN): «Tutta la verità sui canoni di concessione»

«Attenzione ad arrampicarsi sulle operazioni finanziarie che non si è in grado di controllare e gestire». E' quanto ha dichiarato, la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci a proposito di Publiacqua. «I nostri amministratori - ha osservato la Checcucci - creano società per azioni fossero giocattoli e, quando si accorgono che per farli funzionare occorrono i soldi, si inventano espedienti come la cartolarizzazione. Grazie alle nostre denunce, però, gli organi di controllo e supervisione hanno stoppato un'operazione maldestra, fondata su un prelievo inaccettabile perché illegittimo.

Infatti, questi canoni che il Comune si sarebbe fatto pagare da Publiacqua sono in realtà pagati dai cittadini tramite le tariffe e ammontano a oltre 73 milioni Euro, come da bilancio di previsione 2003, di cui 156 milioni per la "valorizzazione del patrimonio" e un'altra parte al funzionamento dell'ATO, già finanziato dai singoli Comuni. Ma per fortuna gli organismi competenti, a cominciare dalla Banca d'Italia, hanno preteso garanzie su questa operazione. E le garanzie non c'erano». «Poco prima di Natale - ha proseguito l'esponente del centrodestra - l'assessore Coggiola ha spiegato in consiglio comunale che i soldi del canone servono per l'ammortamento dei mutui contratti e per gli investimenti.

In sostanza, dobbiamo raccattare soldi altrimenti niente investimenti e niente abbattimento sui mutui. Riesce a tutti tappare i buchi andando a chiedere soldi scaricandoli in tariffa, ma senza che la tariffa preveda questa voce. E siccome, dice l'assessore, ci hanno impedito di fare questo, Publiacqua corre in soccorso del Comune e gli anticipa una parte di questo canone, funzionale allo stesso Comune. Per capitalizzare la società entro il 31 dicembre, fa un'operazione di mutuo poi, sempre Publiacqua, emette obbligazioni sul mercato e, con i soldi che ricava, il Comune estingue parte dei mutui e rispetta il patto di stabilità».

«L'amministrazione dovrà rispondere a varie domande - ha sottolineato la Checcucci - sono arrivati i soldi di Publiacqua al Comune il 31 dicembre? A che punto è l'operazione di rating per l'emissione di obbligazioni? Chi sottoscrive queste Publi-obbligazioni? Contrarre un mutuo con le banche per "girare" soldi al Comune è funzionale alla sua stabilità finanziaria di società per azioni? La verità è che Publiacqua sembra non avere neanche la liquidità per pagare i propri fornitori. E' assente una strategia complessiva che tratti la società come una SpA e non come un braccio operativo del Comune, preda di logiche che niente hanno a che fare con la gestione imprenditoriale di un servizio che, essendo pubblico, deve essere efficiente, efficace ed economico per i cittadini.

La società non è in grado di fare investimenti e ricorre al balzello aggiuntivo». «Per i balzelli di fantasia hanno aguzzato l'ingegno - ha concluso la consigliera di Alleanza nazionale - il deposito cauzionale dovrà essere restituito, come ha detto il difensore civico regionale e come avevamo chiesto con uno specifico ordine del giorno naturalmente bocciato. Resta in piedi, ancora da votare, la revoca del canone di concessione. Se ACEA non entrerà il Consiag è lì che attende. Dovremmo prendercela con chi ha creato una società che finanziariamente tiene e che sta pronta alla scalata qualora Firenze non trovi soluzione ai suoi mali? No, dobbiamo prendercela solo con chi mette a repentaglio anche la fiorentinità di un acquedotto che, per storia, era difficile non far restare fiorentino; con chi è riuscito a preoccuparsi solo di creare i balocchi societari pronti ad ospitare tanti consigli di amministrazione e semmai a moltiplicarli, diversificando le attività societarie, senza pensare che al di là dei giocattoli, il servizio pubblico non è un gioco e necessità strutture ed amministratori che siano all'altezza non solo per motivi di militanza politica».

(fn)

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