Con questo suo primo libro di narrativa, il famoso storico della letteratura italiana rimette in gioco la sua scrittura immergendola nei grovigli della memoria. Ricavandone una vicenda che è allo stesso tempo una testimonianza, un romanzo, un'ipotesi di autobiografia, l'attraversamento intimo di una stagione italiana che non deve essere dimenticata. Così ci troviamo a leggere la storia di un bambino che inizia ad andare a scuola verso la fine degli anni Trenta ed è ormai un ragazzino quando il libro finisce, nel maggio del '45.
E leggiamo la storia dell'Italia che in quel giro di anni vive avvenimenti politici decisivi: l'entrata in guerra, i primi bombardamenti, le folle di militari sbandati dopo l'8 settembre del '43, le Fosse Ardeatine, dove il padre porta il ragazzino a rendere omaggio alle vittime. E poi le avvisaglie di un mutamento antropologico che sarà rapidissimo nel dopoguerra: le ultime istantanee di un'Italia di campagna fatta di lampade a petrolio, di spostamenti a dorso d'asino, di lana di pecora filata a mano.
Tutto questo fa del libro, al di là del valore etico di testimonianza, un'avvincente scommessa letteraria.
Introducono: Giovanni Falaschi e Giovanni Gozzini.