Il federalismo sanitario e il modello toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2002 07:29
Il federalismo sanitario e il modello toscano

Prima udienza ieri per l'ex presidente del Consiglio regionale Carlo Melani, accusato di corruzione per il filone dell'inchiesta sulle tangenti per le cardiochirurgie in Toscana legato alla costituzione del Centro cuore artificiali all'ospedale di Careggi.
Lo stesso farmaco in alcune Regioni viene pagato per intero, in altre è gratuito. Così come in molte Regioni è stato reintrodotto il ticket o aumentato l'addizionale Irpef, mentre in Toscana, Emilia e Umbria no.

Insomma, dopo appena un anno dall'avvio del federalismo in sanità, si vedono già le prime differenze. Per esempio, è già evidente una disparità di trattamento tra i pazienti, che in alcune Regioni pagano il ticket per avere i servizi, mentre in altre restano gratuiti. "La Toscana è una di queste -commenta Claudio Martini Presidente della Regione Toscana nella propria newsletter- noi non abbiamo reintrodotto il ticket, né aumentato le tasse. Il nostro bilancio della spesa sanitaria è in pareggio.

Questo grazie alle riforme che abbiamo attivato nell'ultimo decennio. Dalla riduzione del numero delle Asl da 42 a 12 alla razionalizzazione degli ospedali, da 69 a 39; dall'appropriatezza della cura, che ha portato ad una riduzione dei ricoveri e del consumo dei farmaci, allo sviluppo delle attività di prevenzione e di presenza dei servizi sanitari sul territorio. Il ministro Sirchia non è ben informato di quanto sta accadendo in sanità. Per esempio ha dichiarato alla stampa che la Toscana ha trasferito molti farmaci in fascia C e quindi per intero a carico del paziente.
Ministro, non è vero! La Toscana non ha fatto alcun delisting.

Piuttosto, signor Ministro, sono ben altre le minacce al nostro sistema sanitario. Penso al tentativo di aprire alle assicurazioni private, che snaturando il metodo di finanziamento provocherebbe una pericolosa rottura del sistema universalistico. Resto convinto che in un paese sviluppato come il nostro la sanità deve essere garantita a tutti, gratuitamente. Oppure penso al tentativo di modificare i criteri di riparto del fondo nazionale, eliminando il peso relativo alla popolazione anziana, che, com'è noto, consuma più sanità rispetto ad altre fasce di età.

Non vorrei che dietro le annunciate misure anti-deficit si nascondesse l'obiettivo di smantellare il modello toscano della sanità.
Recentemente si è tenuto il congresso dell'Associazione Italiana Cefalalgici (Aic) durante il quale è stato messo ben in evidenza, partendo dall'esempio della cefalea, come sia diversa la situazione per i pazienti a seconda della regione di residenza con il rischio di creare una sorta di pazienti di serie A e di serie B. In media chi soffre di cefalea spende ogni anno 280 euro, ma in Puglia i farmaci antiemicranici sono a totale carico del paziente, in Liguria, Sicilia e Sardegna c'è una compartecipazione al 50%, in Veneto è stabilita una quota fissa di 3 euro a confezione (fascia B2) e in Abruzzo di 3 euro a ricetta; chi vive in Lombardia ed in Toscana ha diritto al rimborso totale.

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