In scena la versione operistica de La voce Umana, notissimo testo del 1930 di Jean Cocteau, monologo che contiene la telefonata disperata di un’amante all’amante lontano (sia fisicamente che affettivamente), e porge l’ultima richiesta d’amore di un’ipotetica Lei al suo uomo dispiaciuto e anche cortese ma ormai frettoloso, grazie all’amore per un’altra. La Voix Humaine, suo corrispondente in musica del 1959 traduce splendidamente l’atmosfera dell’originale, e permette alle competenze vocali ed interpretative di Monica Benvenuti di distendersi con eleganza e grande intensità espressiva per tracciare la figura della donna abbandonata che tutti ci siamo sentiti almeno una volta.
Ma grazie alla cura e all’attenzione con cui il giovane regista Alessio Pizzech la guida nelle attese di fronte al telefono, tra l’ipocrisia dei silenzi e lo strazio dei sentimenti, la Benvenuti scivola sull’arte di Poulenc, tracciando di questo lavoro una storia più larga, ed estendendolo al di là delle sue strette coordinate temporali o anche di genere sessuale, per fare de La voix humaine un discorso universale sulla sofferenza amorosa.