E' l'Abbazia di San Rabano,
con la sua storia millenaria alle spalle e un recente passato, quello del
restauro, che ne ha fatto il piu' importante cantiere di archeologia
medievale della Toscana: ultimo capitolo di una storia che si intreccia con
quella dell'Azienda regionale di Alberese, iniziata con due villae romane,
proseguita duemila anni dopo con le bonifiche dell'Opera Nazionale
Combattenti, che hanno cancellato dalla Maremma paludi e malaria, per
arrivare ai nostri giorni, con un'impresa agricola all'avanguardia in Italia.
Concluso il lavoro della Sovrintendenza ai beni architettonici e ambientali
di Siena e Grosseto, in collaborazione con quelle ai Beni archeologici e ai
Beni artistici e storici, la cerimonia di consegna delle chiavi sara' anche
l'occasione per presentare l'intero patrimonio storico dell'Azienda, oltre
che per conoscere piu' da vicino quanto si sta facendo ad Alberese, in un
impegno che coniuga la difesa delle tradizioni maremmane e l'impiego
delle tecnologie piu' avanzate.
Tutto questo nell'ambito di un denso
programma di visite e incontri, articolato in due giornate, venerdi' 6 e
sabato 7 ottobre. L'evento culminante, il 'passaggio' alla Regione
dell'abbazia restaurata, avverra' sabato alle 10: sara' il soprintendente
Domenico Valentino a consegnare ufficialmente le chiavi dell'abbazia
all'assessore regionale a demanio e patrimonio Marco Montemagni.
Successivamente (ore 12) il presidente della Regione Claudio Martini
incontrera' i giornalisti.
Ma nel corso della due giorni, accanto a San Rabano, tutti i 'gioielli' di
Albere potranno essere visitati e apprezzati.
Sara' cosi' possibile
conoscere la quattrocentesca Villa Fattoria, acquistata con l'intero
territorio tra la foce dell'Ombrone, i monti dell'Uccellina e il mare, da
Leopoldo Secondo di Lorena, dopo cinquecento anni di proprieta'
dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, e ora restaurata dalla Regione; visitare i
Magazzini Lorenesi, che ospiteranno il museo dei reperti che testimoniera'
i duemila anni ininterrotti di storia dell'agricoltura nell'antica regio
maritima; apprezzare il complesso leopoldino di Spergolaia che, reso
funzionale alle moderme esigenze della zootecnia e dell'agricoltura
biologica, sara' al centro delle cerimonie inaugurali; assistere alla
tradizionale "spocciatura", con cui i butteri a cavallo separano i vitelli
dalle madri per lo svezzamento, e gustare i prodotti tipici maremmani.