A tre anni dall'alluvione del 19 giugno 1996

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2000 19:43
A tre anni dall'alluvione del 19 giugno 1996

Per Versilia, Garfagnana e i territori colpiti nella provincia di Massa Carrara si profila l'uscita dall'emergenza sancita ufficialmente, pochi giorni dopo il disastro, dall'ordinanza della Protezione civile che nominava il presidente della Regione Commissario straordinario per gli eventi alluvionali. Da quella data, insieme agli interventi di primo soccorso, comincia anche la faticosa opera di ricostruzione e di messa in sicurezza, finanziata attraverso successivi piani di intervento, con procedure piu' rapide e snelle di quelle ordinarie.
Con il IV piano stralcio degli interventi di sistemazione idraulica e idrogeologica presentato oggi a Seravezza, questa fase straordinaria dovrebbe finalmente chiudersi, gettando le basi per il ritorno alla normalita'.

Normalita' che non significa, ovviamente, il definitivo superamento dei problemi di un territorio che resta fisiologicamente a rischio, ma che permettera' comunque di fronteggiarli e tenerli sotto controllo con strumenti ordinari. Il piano degli interventi e il punto su quanto finora e' stato fatto sono stati al centro del'incontro svoltosi oggi a Seravezza alla presenza del sottosegretario alla Protezione civile Franco Barberi. Barberi ha visitato i cantieri di Cardoso insieme al vice commissario Paolo Fontanelli e all'assessore alla protezione civile Mauro Ginanneschi.

I lavori dovrebbero finire al piu' presto e nei prossimi mesi il paese sara' interamente ricostruito.
In estrema sintesi, il IV piano stralcio prevede un finanziamento complessivo di 60 miliardi suddiviso in due anni. I fondi sono stati reperiti grazie al decreto 132 sugli interventi urgenti in materia di protezione civile che, nel maggio scorso, ha autorizzato, fra le altre, la Regione Toscana ad attivare mutui per finanziare il completamento degli interventi strutturali e di emergenza gia' avviati.

Accanto alla Regione si sono detti disponibili a partecipare all'ammortamento degli oneri anche gli enti locali interessati dagli interventi, cioe' la Provincia di Lucca e, in misura minore, i comuni della zona. I finanziamenti derivati dai mutui saranno integrati con risorse della Regione che si e' impegnata, per il 2000, a contribuire per circa 12 miliardi, cui si aggiungono circa 5 miliardi risultanti da economie di gestione di precedenti piani. Il risultato e' questo IV piano stralcio che, a fronte di richieste di interventi per circa 250 miliardi, e' stato redatto tenendo conto di una serie di priorita' e dell'obiettivo generale di completare tutti gli interventi gia' avviati.

La scelta degli interventi ruota attorno a quattro direttrici di intervento. Una prima serie di opere serviranno per la definitiva messa in sicurezza, dal punto di vista idraulico, del torrente Versilia e del sistema degli affluenti. Altri punteranno invece sulla salvaguardia idrogeologica del territorio, la sistemazione delle principali frane e dei versanti boschivi. Data l'estensione del fenomeno, e' stato preso l'impegno di convogliare su questo fronte anche le eventuali risorse derivanti da economie realizzate in corso di attuazione del piano.

Terzo settore, quello della viabilita', con particolare riferimento ai problemi di sicurezza e, in particolare, per le principali strade di collegamento fra i centri abitati. Un'altra priorita' riguarda gli interventi per le nuove aree industriali che saranno realizzate nei comuni di Pietrasanta, Seravezza e Stazzema per ospitare, in sicurezza, gli insediamenti produttivi danneggiati o distrutti dall'alluvione. Di particolare importanza l'approccio metodologico che caratterizza questo piano. Una volta ottenuto il via libera della protezione civile sul complesso degli interventi previsti, i cantieri non partiranno tutti insieme.

La scelta infatti e' quella di partire gradualmente, attraverso un attento coordinamento che, di concerto con le amministrazioni locali e sulla base della effettiva cantierabilita' delle opere, evitera' di aprire contemporaneamente centinaia di cantieri in un territorio ristretto, scongiurandone così l'impatto piu' devastante.

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