E-Commerce alla fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 marzo 1999 22:30
E-Commerce alla fiorentina

Ogni giorno 800 mila italiani si collegano con Internet e si stima che circa un milione e mezzo di persone vadano in rete almeno una volta la settimana, mentre altri 2 milioni e mezzo vi si affacciano una volta al mese. Si tratta di un pubblico apparentemente limitato, quasi 5 milioni di persone, ma in realtà già oggi molto interessante dal punto di vista commerciale. Perché costituito da gruppi sociali attraenti, di livello economico medio-alto, con background culturale superiore, professionalmente in età attiva o pronti per entrarvi, e naturalmente con capacità di spesa.

Tutte caratteristiche allettanti per il mercato. Che in Italia ha risposto con entusiasmo alla sfida di Internet, addirittura forse in maniera sovradimensionata.
Lo scenario italiano del web è già oggi densissimo di siti commerciali, attraverso cui imprese di ogni tipo pubblicizzano la propria produzione, offrono cataloghi aggiornati dei propri servizi, mantengono rapporti con la clientela, con la rete di vendita, con i fornitori.
Basta navigare nel Web toscano per scoprire quante aziende si siano già attrezzate.

Non soltanto nei settori più legati ai media, come l'editoria e l'informatica. Ma anche realtà, solo in apparenza più tradizionali, come l'artigianato del mobile, l'agricoltura e l'agriturismo, attività commerciali con propensione internazionale, come, solo per fare un esempio, i negozi del Ponte Vecchio. Cioè imprese con un mercato potenziale diffuso, ben oltre le proprie abituali capacità relazionali.
Da qui al boom degli acquisti in rete il passo non è brevissimo. Ma non è lontano il giorno del decollo del E- commerce italiano, magari proprio in forza delle esperienze degli altri paesi.

Dove da tempo ci si confronta con le problematiche legate alla sicurezza delle transazioni elettroniche e alla paura di intrusioni di hacker (il pirata elettronico) negli archivi commerciali delle aziende.
Lo sviluppo commerciale di Internet non è solo una questione di diffidenza. Gli operatori del settore invocano da tempo un piano Marshall per portare l'informatica italiana ai livelli di diffusione europei. I Provider chiedono l'introduzione di tetti massimi alle quote di mercato a garanzia della concorrenza; tariffe agevolate per le linee telefoniche in affitto; connessioni facilitate per chi abita in zone distanti dai nodi della rete; incentivi fiscali per lo svecchiamento del parco computer (tipo rottamazione); e soprattutto un impulso alla diffusione della conoscenza informatica, a partire dai programmi scolastici.

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