Vernaccia: il gusto esotico di una riserva esclusiva

Nicola Novelli

FIRENZE- Degustazione di Vernaccia di San Gimignano guidata da Leonardo Romanelli ieri sera a Villa Olmi. L’occasione per la comunità di winelovers riunita intorno al blog del giornalista e docente fiorentino, per scambiarsi gli auguri natalizi.

Romanelli ha annunciato gli appuntamenti dei prossimi mesi a villa Olmi, sempre in collaborazione con la Fisar: a gennaio serata dedicata ai rossi dell’Etna, febbraio Cabernet Sauvignon, mentre marzo sarà del Verdicchio. La serata di ieri era invece tutta per la regina bianca assediata in terra dai rossi, dal 1966 la prima Denominazione di Origine Controllata in Italia.

Sorta di riserva indiana di un vitigno autoctono e georeferenziato, la Vernaccia di San Gimignano se si allontana da quel territorio non può più dare il nome al vino che produce. Ma è anche una riserva (cioè una bottiglia sottoposta a processo di invecchiamento di almeno 12 mesi) capace di una longevità sorprendente e mutevole nel gusto. Una qualità ben nota nella città delle torri, ma che il mercato deve ancora apprezzare adeguatamente.

La Vernaccia è un vino universale, che si abbina senza difficoltà con cucina internazionale, grazie alla sua assoluta freschezza, sempre gradevole alla beva, che negli ultimi anni ha ritrovato il credito che merita, anche grazie a tanti produttori appassionati.

Ieri sera a Villa Olmi Leonardo Romanelli ne ha riuniti e introdotti otto insieme ai sommelier della Fisar. Ecco di seguito le loro proposte: