Sollicciano: caldo e degrado uccidono
Un confronto a 360 gradi sui temi del carcere, esecuzione penale e giustizia con tutte le questioni che vi sono correlate: è questo il contenuto del convegno in programma a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati, dal 9 all’11 luglio. Tre giorni di interventi, dibattiti, testimonianze che culmineranno nella lectio magistralis di Margherita Cassano, prima presidente della Corte di cassazione, in programma venerdì 11.
“Le questioni legate ai percorsi detentivi e di esecuzione penale esterna sono il banco di prova più delicato e importante di tutte le nostre azioni di inclusione sociale” - evidenzia l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli, “questo convegno è per noi un appuntamento centrale perché ci permetterà di ascoltare tante voci qualificate, e quindi di verificare e laddove possibile rafforzare le politiche adottate sin qui su questa materia. Un appuntamento ancora più significativo alla luce di quanto sta avvenendo nelle carceri, anche toscane, con il sovraffollamento, la carenza di organico, l’inadeguatezza delle strutture e con l’aumento dei suicidi, un’emergenza sottolineata anche in un recente intervento del presidente Mattarella.
I fatti di cronaca – conclude l’assessora Spinelli - sono ciò che rende visibili problemi che sappiamo esistere nel quotidiano delle carceri, che ci hanno orientato a lavorare per un rafforzamento del coordinamento e della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, il terzo settore, le professioni”.
“Carcere, inclusione, sociale, comunità: il sistema delle politiche regionali per la giustizia penale in Toscana”, questo il titolo dell’iniziativa organizzata dalla Regione insieme a Anci Toscana. Il convegno inizierà mercoledì 9 luglio, ore 9, con una prima giornata in cui verrà declinato il tema delle giustizia, con sessioni specifiche dedicate alla giustizia di comunità e alla giustizia riparativa, di cui si discuterà a partire dal volume “Oltre la vendetta” di Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze e del giornalista Edoardo Vigna.
Il pomeriggio di giovedì 10 (inizio ore 14) sarà invece dedicato al tema dell’inclusione sociale e dei diritti, con un focus sulle condizioni di vita all’interno del carcere, uno sui diritti della persona detenuta e sulle misure alternative, e uno specifico sulla costruzione del sistema di inclusione sociale.Nelle varie sessioni si alterneranno figure istituzionali, rappresentanti di associazioni, esperti, organizzazioni sindacali, testimoni di progetti connessi alle tematiche trattate.
Tutto il lavoro svolto nei primi due giorni convergerà poi nella mattinata di venerdì 11 quando, dopo i saluti del presidente della Regione Eugenio Giani e dell’assessora Spinelli sarà possibile ascoltare la lectio magistralis di Margherita Cassano dal titolo “Giustizia, comunità, istituzioni territoriali, un dialogo aperto”. L’intervento dell’Alto Magistrato concluderà il convegno.
Questa la comunicazione, in Consiglio comunale, del presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali Edoardo Amato a nome dei gruppi di maggioranza PD, Avs-Ecolò e Lista Funaro: “Vogliamo esprimere il nostro cordoglio per la morte di Erich Michael Rasbornig, una persona detenuta cinquantasettenne, trovata esanime in doccia. Tra le possibili cause di questo decesso, che verranno accertate nei prossimi giorni, potrebbe esserci il caldo.
Venerdì a Sollicciano l’ennesima tragedia che ci colpisce profondamente, direttamente. Da dicembre la quinta vittima. La situazione non sorprende più, è arrivata a un punto che da tempo non è tollerabile.
A gennaio abbiamo fatto il sopralluogo rendendoci conto in prima persona del freddo, delle infiltrazioni e dell’umidità presente nei corridoi e nelle celle. Oggi, con le temperature sempre più alte, Sollicciano si trasforma in una fornace. Celle bollenti, prive persino di un ventilatore, muri roventi, condizioni igieniche che peggiorano con il caldo.
E con il cambiamento climatico in atto, non si tratta più di emergenze isolate, ma di un rischio quotidiano per la vita e la salute delle persone detenute, in particolar modo per le persone più fragili.
La scorsa settimana, martedì, ho avuto modo di assistere allo spettacolo FREAKS prodotto da Krill Teatro e messo in scena in occasione dei 20 anni della Compagnia di Sollicciano presso il Giardino degli Incontri. Nonostante fosse una serata fresca, data la pioggia caduta nel pomeriggio, pur con le finestre spalancate, ho percepito chiaramente il caldo all’interno di quello spazio. E lì, in quel momento, non ho potuto fare a meno di pensare a cosa possa significare vivere quel calore moltiplicato, nei giorni più torridi, dentro una cella piccola, chiusa, senza ventilatori o forma alcuna di sollievo. Una condizione umanamente non sostenibile.
Il recente caso specifico ci pone di nuovo davanti alla necessità di prevedere delle forme di risposta diversificate da parte del sistema penitenziario. Nei confronti di persone detenute con specifici bisogni, soprattutto fisici e psicologici, che sono un numero crescente all’interno di Sollicciano, bisogna valutare se il carcere, in queste condizioni, sia effettivamente una modalità di scontare la pena compatibile con la loro situazione.
Servono interventi strutturali per ristabilire le condizioni minime di vivibilità, interventi immediati per alleviare la condizione climatiche con l’installazione di sistemi di climatizzazione e ventilazione, servono investimenti affinché vengano rafforzati i servizi sociali e psichiatrici, serve sviluppare un sistema capillare di strutture e servizi per gestire situazioni di criticità fisiche e psicologiche.
Laddove questo non sia possibile nell’immediato, resta solo l’ipotesi di trasferire, soprattutto le persone più fragili, in luoghi più adeguati. Non possiamo accettare che la pena diventi una condanna alla sofferenza o, peggio, alla morte.
La Commissione 4 del Comune di Firenze sta da tempo lavorando sulle condizioni del carcere di Sollicciano e presenterà nelle prossime sedute del Consiglio una relazione sul percorso, avanzando proposte concrete di intervento, volte a sollecitare le istituzioni affinché agiscano senza ulteriori rinvii.
Non possiamo più continuare a mandare persone in un carcere che presenta queste condizioni, ormai da tutti definite non umane, altrimenti continueremo a essere responsabili, come istituzioni e come comunità, di queste morti”.