Referendum: la destra toscana celebra il mancato quorum
“Auspicavamo un risultato più consistente, ma i 15 milioni di cittadine e cittadini che si sono recati alle urne sono un risultato importante di fronte ad un governo che ha fatto di tutto per boicottare l’adesione al referendum e che ha silenziato ogni forma di informazione, soprattutto nei canali pubblici. Siamo comunque soddisfatti del fatto che in Toscana abbiano votato tantissime persone, sfiorando del 40% l’affluenza, portando la nostra regione ad essere una di quelle dove c’è stata più partecipazione. Questo dato riconosce il lavoro fatto sul territorio dal Pd Toscana con la CGIL e le altre forze politiche che si sono mobilitate in maniera capillare per informare le elettrici e gli elettori. Ne usciamo convinti della responsabilità e dell’impegno che dovremo avere per portare avanti le giuste battaglie specialmente in vista delle prossime elezioni regionali” così in una nota il segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi.
“Nonostante che le abbiano provate tutte, dall'appello al voto in pieno silenzio elettorale all'utilizzo improprio dell'alert system in alcuni Comuni, alla mobilitazione di tutto il mondo variegato della sinistra, i registri elettronici di classe, anche in Toscana il campo larghissimo, ben più largo della coalizione che appoggia Eugenio Giani, non arriva neppure al 40% , e resta bene al disotto del quorum. E questo nonostante la discesa in gioco di un campo larghissimo con 5Stelle e sinistra in prima linea con CGIL e associazioni varie della galassia dell’ultra sinistra mobilitate per portare i cittadini al voto.I dati del referendum, su cui Giani & Co si sono spesi senza tregua, sono il miglior sondaggio del clima regionale: la Toscana è contendibile” Così Diego Petrucci, consigliere regionale e vicecoordinatore regionale di Fratelli d’Italia commentando i dati dell’affluenza alle urne ai referendum dell’8 e 9 giugno.“I toscani non credono più a questa sinistra che ha voluto spaccare i sindacati sul tema del lavoro e non è riuscita nell’intento di far quantomeno sussultare per un secondo il Governo Meloni - conclude - .
Adesso è il momento di correre a più non posso fino alla data del voto ma bisogna sciogliere quanto prima la riserva sul nostro candidato Alessandro Tomasi”.
“Il mancato raggiungimento del quorum è una ferita per tutti, non solo per le forze sindacali, politiche e civiche che hanno promosso i referendum. Ogni volta che la partecipazione è bassa si pone un problema democratico. Per questo il centrodestra fa malissimo a festeggiare, dimostrando scarso senso delle istituzioni: governare un Paese significa preoccuparsi della sua salute democratica” A dirlo è Valentina Mercanti, consigliera regionale e presidente dell’Assemblea del Partito Democratico della Toscana, commentando i risultati dei cinque referendum dell’8 e 9 giugno “A livello di partecipazione - dice Mercanti - spicca il risultato della Toscana: buonissima affluenza e nettissima prevalenza dei Sì.
È la conferma di una cultura democratica viva, capace di mobilitarsi quando si parla di lavoro, diritti, dignità, e del grande impegno profuso dal Pd regionale: di tutte le sue anime, ci tengo a sottolinearlo. Di questo come toscani dobbiamo essere orgogliosi”.
“Ma naturalmente c’è poco da cullarsi nella retorica della ‘Toscana isola felice’ - continua la presidente del Pd Toscana - perché la dinamica del voto nazionale conferma una preoccupante disaffezione alla partecipazione e perché i temi di fondo relativi al mondo del lavoro restano tutti sul tappeto”.
“Non possiamo infatti dimenticare che esiste un’intera fascia del mondo del lavoro che resta esclusa da ogni tutela: partite Iva, lavoratori autonomi, professionisti che ogni giorno affrontano costi in crescita, zero garanzie, precarietà strutturale. Si tratta di tanti toscani che lavorano tanto, ma guadagnano sempre meno. Come Pd - dice Mercanti - dobbiamo ripartire da qui”.
“Le donne e i giovani, in questo contesto, sono i più penalizzati. Hanno redditi più bassi, tutele più deboli, carriere più frammentate, per non parlare delle aspettative previdenziali. Se non rimettiamo al centro della nostra azione politica quotidiana questa ingiustizia - sottolinea la presidente del Pd Toscana - non c’è futuro possibile. Serve un nuovo patto sociale, che riconosca e protegga chi lavora fuori dai vecchi schemi”. “Trasformare questa consapevolezza in azione politica è il compito che abbiamo davanti. Non possiamo più rimandare. Il lavoro non può continuare a essere l’anello debole dell’Italia”, conclude Mercanti.
"Esprimiamo grande soddisfazione per l'esito della consultazione referendaria, a livello nazionale, ma anche locale. La sinistra, che tanto si era adoperata per politicizzare la consultazione referendaria, è uscita sonoramente sconfitta, nonostante l'irrituale appello al voto fatto sabato scorso, nel giorno del silenzio elettorale, dal palco della manifestazione pro-Palestina. Siamo anche estremamente soddisfatti perchè in nessun comune del Mugello si è superata la soglia di sbarramento del 50%; anche l'appello al voto lanciato dai sindaci del nostro territorio, non ha avuto per la sinistra i risultati sperati.
E' una vittoria questa, che ci inorgoglisce come esponenti del centrodestra, visto il nostro appello ai cittadini a non recarsi al voto. Ma è soprattutto una vittoria dei cittadini, che hanno sonoramente bocciato le velleità della sinistra. Un buon viatico, questo, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali" dichiarano Emanuele Camilletti, capogruppo centrodestra Scarperia e San Puero a Sieve, Rommel Albertazzi, vice commissario vicario Lega Mugello e Giampaolo Giannelli, commissario Lega Mugello e capogruppo Lega Unione comuni Mugello.
"Il referendum promosso dalla sinistra italiana si è concluso con un clamoroso flop, segnando una delle bocciature popolari più nette degli ultimi anni. A livello nazionale l’affluenza è rimasta molto al di sotto del quorum necessario, così come in Toscana e nella provincia di Prato, evidenziando il netto rifiuto dei cittadini verso una consultazione politicizzata e priva di reale sostegno popolare.
Questo referendum era un’operazione costruita ad arte per attaccare il Governo e alimentare la solita battaglia ideologica sulla cittadinanza, ma gli italiani hanno scelto di rispondere con l’astensione, manifestando un chiaro atto politico di rigetto verso una campagna ipocrita e strumentale. Il segnale più forte arriva proprio da Prato: tutto l'apparato politico del centrosinistra si è mobilitato, da mesi, con ogni mezzo – comitati, eventi, comunicazione istituzionale e l’impiego di tutte le risorse a disposizione – per promuovere il referendum.
Eppure, nonostante una campagna martellante e l’impegno totale dell’apparato del centrosinistra, il quorum non è stato raggiunto. Il risultato è chiaro: i cittadini pratesi hanno respinto con decisione l’uso ideologico di temi delicati come lavoro e identità nazionale, scegliendo di non farsi strumentalizzare in un gioco politico e partitico che mirava a manipolare i loro diritti e la loro dignità.
Il risultato nel Comune di Prato, messo a confronto con le ultime elezioni amministrative di un anno fa, che ha visto la candidata del centrosinistra Ilaria Bugetti vincere al primo turno con il 52,22% dei voti, conferma una realtà ormai consolidata a Prato: una parte significativa della popolazione locale vota a sinistra alle amministrative esclusivamente per interesse diretto e personale e non per convinzione politica o ideologica. Il consenso ottenuto in ambito locale, infatti, non si è traduce in un sostegno convinto a campagne politiche più ampie o a temi nazionali, come dimostra il netto calo di partecipazione e consenso in questa consultazione referendaria.
Il quorum non è stato raggiunto né a Prato né in Toscana nè a livello nazionale. È un fallimento fragoroso per chi aveva trasformato la consultazione in un banco di prova politico, umiliando così Ilaria Bugetti, Eugenio Giani, Elly Schlein e tutto il loro partito. Dal PD e ai suoi alleati pretendiamo non solo un mea culpa, ma scuse pubbliche al popolo italiano. Hanno giocato con la dignità del lavoro e l’identità nazionale per meri scopi elettorali, coi soldi pubblici. Hanno provato a manipolare la coscienza civica dei cittadini con un referendum costruito ad arte per fini ideologici, e ora devono prendersi la responsabilità politica di questa sonora bocciatura.
Il messaggio dei pratesi, dei toscani e degli italiani è chiaro e inequivocabile: la politica deve tornare ad ascoltare i cittadini e occuparsi dei problemi reali, non usare strumenti istituzionali per campagne di parte. Gli italiani hanno dimostrato maturità e coraggio. Non si lasciano più prendere in giro da chi usa il lavoro come scusa e la cittadinanza come obiettivo nascosto. Questo referendum è stata una trappola, e il popolo l’ha evitata. Una lezione severa che la sinistra farebbe bene a meditare in silenzio" Queste le parole di Claudiu Stanasel, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Prato, Capogruppo della Lega e Consigliere Nazionale del Mondo al Contrario.