Ragazza di Gaza morta a Pisa

Redazione Nove da Firenze

E' di oggi la notizia della morte della ventenne palestinese che, affetta da malnutrizione, era giunta a Pisa da Gaza.

“È con sgomento che apprendiamo della morte, a Pisa, della giovane ragazza palestinese che da poche ore era arrivata da Gaza per curarsi nell’ambito dell’operazione umanitaria che lo Stato italiano ha avviato per offrire un’assistenza sanitaria ai civili palestinesi vittime del conflitto tra Israele ed Hamas. Nello stringerci attorno, con solidarietà ed affetto, ai familiari, ai parenti e agli amici della ragazza, che aveva appena vent’anni e che all’ospedale Cisanello è stata sottoposta al disperato tentativo di salvarle la vita, rinnoviamo con forza l’appello alla pace chiedendo ad Israele di interrompere il genocidio in atto e alla comunità internazionale di riconoscere lo Stato di Palestina” dichiarano, in modo congiunto, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e l’assessore regionale al Diritto alla Salute, Simone Bezzini, commentando la notizia della morte della ventenne palestinese che, affetta da malnutrizione, era giunta all’ospedale Cisanello di Pisa da Gaza nel difficile tentativo di essere salvata.

“La morte di Marah Abu Zuhri, la giovane palestinese arrivata all’ospedale di Pisa da Gaza giovedì e spirata ieri in conseguenza della malnutrizione, è vittima di un crimine contro l’umanità. Un crimine che ha responsabilità precise, il governo di Netanyahu, e complicità altrettanto precise: gli Stati Uniti e la comunità internazionale occidentale, incapace di isolare Israele. Marah era stata accolta in Toscana per essere curata, lontano dalla sua terra, Gaza, devastata dalla violenza israeliana” afferma Lorenzo Falchi, candidato al Consiglio regionale della Toscana per Alleanza Verdi Sinistra e sindaco di Sesto Fiorentino “Davanti alla fine dell’umanità, a un genocidio che ancora qualcuno si ostina a non voler definire tale, la Toscana, terra di pace, non può permettersi ambiguità - dice ancora Falchi - Le forze politiche e sociali che si candidano a guidare la Regione devono mettere al centro la pace, evitando ogni ambiguità e mostrandosi capaci di far sentire la propria voce.

Apprezzo le parole del presidente Giani, ma è tempo che esse si traducano in fatti. Nel riconoscere le responsabilità di Israele nel genocidio in corso, non è credibile annunciare la rottura delle relazioni con quello stato e poi non avere il coraggio di chiedere un passo indietro a Marco Carrai, console onorario e presidente della fondazione Meyer. Rinnovo l’appello al presidente Giani: è un atto di coerenza e serietà in momento che chiede a tutti noi fermezza e responsabilità.

È un tema che poniamo e porremo in tutte le sedi”