Prato: vicine le dimissioni di Ilaria Bugetti?

Nicola Novelli

L'inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze ipotizza che la Sindaca di Prato sia coinvolta in un sistema di favoritismi. Il nome di Ilaria Bugetti viene associato a un’azienda legata al Gruppo Colle di Riccardo Bresci Matteini. Si apprende in particolare che il rapporto di lavoro presso un’impresa legata all’imprenditore pratese è stato continuativo dal 2016 al 2024. Un rapporto di lavoro, del quale ad oggi è ancora da appurare la natura, anche sul fronte contributivo, che non compare in ben tre curricula depositati dall’attuale primo cittadino nel 2015 e nel 2020 per le elezioni regionali e nel 2024, per la candidatura a sindaco di Prato e per il quale dichiarava di ricevere uno stipendio mensile.

“Quel lavoro non risulta mai indicato, pur non essendo Bugetti in aspettativa, che si affretterà invece a chiedere solo dopo i solleciti di Fratelli d’Italia al presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo nel giugno del 2024. Oggi non possiamo che chiederci il perché Bugetti abbia sentito la necessità di non voler inserire mai, lungo l’arco della sua carriera curriculare, quel rapporto di lavoro. Ce lo chiediamo perché ci appare come mancata trasparenza non solo per le istituzioni che Bugetti rappresenta, ma soprattutto nei confronti dei cittadini che dovevano votare, in tre tornate elettorali.

Ci chiediamo, in particolare: c’era qualcosa da nascondere? Di che natura era il rapporto di lavoro, dato che, come si apprende dalla stampa, da gennaio 2024 a maggio 2024, ed essendo Bugetti anche in campagna elettorale, non risultano sue attività professionali? Confidiamo che la giustizia faccia chiarezza” scrive oggi in una nota la deputata pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta.

“Alla luce dei fatti emersi a Prato, che hanno portato alla richiesta di arresti domiciliari del sindaco Ilaria Bugetti per l’ipotesi di corruzione, chiederò al presidente della commissione Antimafia, On. Chiara Colosimo, di fare richiesta degli atti alla DDA di Firenze. Ritengo doveroso approfondire il filone che riguarda l’inchiesta che sta riguardando il sindaco di Prato, anche alla luce del lavoro che la commissione Antimafia ha portato avanti negli ultimi mesi legato al filone della mafia cinese, e che è culminato nella presenza della commissione stessa a Prato qualche mese fa.

Un lavoro fatto nell’intento di fare chiarezza sui rapporti tra la criminalità organizzata cinese e la politica locale. Mantenendo sempre ogni profilo di garanzia, che è proprio della fase delle indagini, occorre approfondire ogni aspetto nell’interesse di Prato della Toscana” scrive, in una nota, il deputato e componente della commissione Antimafia di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti.

Di fronte alle gravissime accuse di corruzione che coinvolgono Ilaria Bugetti, il Partito Democratico toscano prende una posizione netta e inequivocabile: non ritira la fiducia alla sua sindaca.

"Conosco Ilaria come amministratrice seria e donna profondamente legata alla sua comunità. Nel pieno rispetto del lavoro dei magistrati, sono certa che saprà chiarire le vicende oggetto di indagine" queste le parole che spende stamani l'esponente PD Susanna Cenni, presidente della sezione toscana dell'Associazione nazionale Comuni d'Italia, riguardo l'inchiesta che da due anni coinvolge Ilaria Bugetti.

Non è da meno del Pd, a onor del vero, una parte del Centro-destra toscano nel caso dell'inchiesta pratese sulla commistione tra organizzazioni criminali, imprenditoria e politica.

"È sotto gli occhi di tutti che è stato un errore togliere il finanziamento pubblico alla politica, che evitava certe commistioni; oggi bisogna ricorrere al finanziamento privato che ha sua disciplina elettorale complessa e articolata, ma crea anche dei problemi, soprattutto quando è conseguente ad un ricatto. Ad ogni modo, c'è un dato generale: tutta la politica italiana, prima Silvio Berlusconi, poi Roberto Cenni, Occhiuto in questi giorni poi Bugetti sempre a Prato, Destra e Sinistra, è ostaggio dell'avviso di garanzia, vive sotto questo ricatto; per questo rimaniamo della stessa posizione: ogni persona è innocente fino al 3° grado di giudizio, lo siamo per tutti anche se la legge Severino, che noi vogliamo modificare, dal momento che un amministratore rischia la decadenza anche in caso di condanna non definitiva.

Bisogna fare una battaglia trasversale per il garantismo affinché chi è eletto possa governare, ma anche per modificare la legge Severino e per ripristinare i finanziamenti pubblici ai partiti. Ciò detto, esiste un sistema Toscana che viene messo in luce solo oggi dalla magistratura ma da anni lo denunciamo: nulla da eccepire sui finanziamenti, che sono registrati, ma se c'è stato uno scambio di favori va denunciato e stigmatizzato. I cittadini vogliono un'amministrazione che lavori, non ostaggio di veti o ricatti o favori fatti e ricevuti e il binomio tra PD e parte di imprenditori in Toscana pare palese e consolidato.

Su questo il Centrodestra deve continuare a fare battaglia e proporre una visione liberale per la nostra regione. Sono e resto solidale con Bugetti, lunedì andrò in Comune a trovarla e spero si possa fare una battaglia, insieme anche al suo partito, per una giustizia giusta, il garantismo, l'autonomia della politica, la libertà di pensiero e azione rispetto ad una parte della magistratura, come sempre e solo ha fatto Forza Italia e continuerà a fare" afferma l'On. Erica Mazzetti, deputata pratese di Forza Italia.

Eppure, indipendentemente dalla legge Severino, quando i cittadini sono indotti a sospettare che chi amministra un ente locale possa tradire il mandato ricevuto per interessi privati, in un sistema sano, chi è indagato per reati così gravi contro la pubblica amministrazione sarebbe meglio che rassegnasse subito le dimissioni dai ruoli di governo che ricopre.