Le mani di Quinn esposte nel giardino di Boboli

Redazione Nove da Firenze

Quinn, conosciuto al grande pubblico per le mani installate in Canal Grande a Venezia nel 2017 durante la Biennale dell'Arte, torna ad esplorare i significati del suo soggetto preferito. La nuova opera, esposta con il contributo della Fondazione Ginevra Olivetti Rason, simboleggia il senso del donare senza ricevere. Secondo l’artista l’ispirazione è maturata dal rapporto tra l’umanità, il mondo e in particolare la natura che ha sempre dato e continua a dare senza pretendere niente in cambio. L'artista ha realizzato la scultura in resina e materiale riciclato, in modo da trasmettere un messaggio basato sulla sostenibilità ambientale.

La mano di un uomo si unisce a quella di una donna per sottolineare il valore del dare. L’opera è portatore di un messaggio di pace rivolto all’umanità e simboleggiato da una pianta di ulivo.“Nella vita-ha dichiarato l'artista- per ricevere bisogna dare. E tutti noi abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere molto dalla terra. Per questo Boboli è da sempre una fonte di ispirazione con il suo verde e il richiamo alla natura. Il mio vuole essere un messaggio di speranza. La mano dell’uomo è mia, quella della donna è di una modella, la loro unione rappresenta tutta l’umanità.

Il bianco è il colore della purezza e dell’innocenza, della colomba e della pace. Per questo ho scelto di offrire un ulivo come messaggio universale.”

"Ancora una volta gli Uffizi- ha affermato il direttore Eike Schmidt- si rendono protagonisti di un’iniziativa artistica che collega il capoluogo con un’altra città sul territorio della Toscana. Il giardino di Boboli temporaneamente accoglie un'opera destinata a Pietrasanta, per richiamare inisieme il rispetto, l’attenzione e la tutela dovuti all’ambiente e al nostro bellissimo paesaggio.”