Il Governo impugna la legge toscana sul salario minimo
"Esprimo la mia più netta contrarietà alla decisione del Governo di impugnare la legge regionale della Toscana sul salario minimo. Si tratta di una norma di civiltà, pensata per garantire dignità e tutele a chi lavora, premiando negli appalti pubblici le aziende che riconoscono almeno 9 euro lordi all’ora ai propri dipendenti". Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani dopo aver appreso la notizia proveniente da Roma.
"Come Regione Toscana - annuncia Giani - ci costituiremo in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per difendere con determinazione questa legge e il principio che la ispira: il lavoro deve essere giusto, sicuro e retribuito in modo equo. La Toscana continuerà a battersi per il rispetto della dignità delle persone e per un modello di sviluppo fondato sul lavoro di qualità".
“Il rancore di questo governo verso le classi lavoratrici più fragili non ha limiti. In Toscana oltre 57 mila famiglie vivono sotto la soglia di povertà, e cosa fa il Governo Meloni? Impugna una legge che avrebbe garantito dignità salariale e tutele minime nei bandi pubblici. Un gesto di ostilità politica e sociale che svela, senza più ambiguità, la vera natura del centrodestra: ideologico, reazionario e nemico dei diritti fondamentali” dichiarano in una nota congiunta Riccardo Ricciardi, vicepresidente del M5S, Andrea Quartini, deputato M5S, e Irene Galletti, presidente del Gruppo M5S in Regione Toscana.
“Non c’è alcuna giustificazione logica – proseguono – se non un furore ideologico che colpisce chi prova a costruire soluzioni concrete contro la povertà lavorativa. In Toscana si è scelto di agire, e il Movimento 5 Stelle è stato parte attiva fin dall’inizio, grazie ad un nostro atto che ha avviato il percorso legislativo regionale.”
“Questa destra grida al merito ma teme la dignità – concludono i portavoce del M5S – e ogni volta che può sceglie l’arroganza del potere contro i bisogni reali delle persone. Ma se pensano di fermarci con un ricorso, si illudono: questa battaglia per i diritti non finisce qui, è solo all’inizio.”
"Ormai il governo Meloni è diventato soltanto un organo di propaganda politica: dopo aver annunciato la Zes nelle Marche nel disperato tentativo di nascondere i disastri della destra nella Regione, adesso tenta di affossare per l'ennesima volta le riforme della giunta Giani in Toscana. Dopo aver impugnato poche settimane fa la norma regionale sul 'fine vita' adesso blocca la legge sul 'salario minimo' che avrebbe assicurato a tutti i bandi di gara propri e di tutti gli enti collegati almeno 9 euro all'ora ai lavoratori coinvolti.
Siamo francamente sconcertati da un governo ormai fuori dalla realtà, immobile ed incapace di dare risposte alle necessità delle famiglie ed ai diritti delle persone. Con questi atti punitivi la destra conferma che sa utilizzare il potere soltanto per reprimere e punire chi governa per aiutare le comunità. Non ci faremo intimidire, perché il bene del paese viene prima del rancore e della propaganda": è quanto riporta una nota congiunta dei parlamentari Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
"La destra continua a dire no al salario minimo e ha impugnato la legge della Toscana. Una scelta scellerata e profondamente ingiusta, che ignora il grido d’allarme che arriva dal mondo del lavoro". Così l'assessore al lavoro del Comune di Firenze Dario Danti commenta la decisione del governo di impugnare la legge numero 30 del 18 giugno 2025 che ha introdotto nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera basate sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, un criterio premiale per le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi.
"Quello che non vuol fare il governo nazionale lo abbiamo fatto noi a Firenze con una misura concreta per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici - ha aggiunto Danti - si tratta di uno strumento innovativo ed anche il Comune di Genova ci è venuto dietro. Se il contratto di riferimento non garantisce nove euro all’ora, noi riusciamo a garantirle ai lavoratori degli appalti comunali grazie a un meccanismo premiale in fase di appalto che assegna 10 punti alle ditte che volontariamente aderiscono al salario minimo.
Sono già una cinquantina i lavoratori che ne usufruiscono e abbiamo già fatto una riunione per introdurlo negli appalti di città metro”."In Italia ci sono milioni di lavoratrici e lavoratori che sono poveri anche se lavorano - ha concluso l'assessore - è una vergogna far finta di non vederli, cercando tutte le scuse possibili per dare il via libera a una scelta di civiltà. Noi a Firenze continueremo a lavorare per ridare dignità e sicurezza a chi lavora.”