I fondi strutturali europei per l’occupazione giovanile, la formazione e la crescita economica
Importanti decisioni riguardo l’utilizzo dei fondi strutturali europei hanno occupato l’agenda autunnale 2014 dell’Italia e in particolare della Regione Toscana.
I fondi strutturali europei sono fondi indiretti che la Commissione Europea destina alle Regioni, che a loro volta elaborano i POR (programmi operativi regionali) in cui viene stabilita la suddivisione dei finanziamenti per priorità ed aree di intervento.
I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) in Italia sono:
- il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
- il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)
- il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
- il Fondo sociale europeo (FSE)
Risale alla fine di ottobre l’accordo di partenariato sui fondi strutturali e di investimento europeo sottoscritto tra la Commissione Europea e l’Italia, in cui il nostro Paese si impegna a sfruttare al meglio 32,2 miliardi di euro destinati alle politiche di coesione per il settennato 2014-2020.
Una grossa percentuale di questa somma andrà a finanziare misure volte all’occupazione giovanile e alla formazione, mentre un’altra grossa fetta sarà utilizzata per incentivare la competitività e la crescita economica attraverso disposizioni mirate a favorire l’imprenditoria.
Questo accordo formale è stato tradotto, a metà novembre, in una delibera di giunta della Regione Toscana che ha fissato i contenuti dei programmi operativi regionali per un uso efficiente dei due fondi strutturali più noti: FSE (fondo sociale europeo) e il FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale).
L’assessore regionale alle attività produttive, credito e lavoro Simoncini ha comunicato che, per quanto riguarda il Fesr, il 72% delle risorse andrà a sostegno delle imprese, mentre la percentuale rimanente sarà destinata alla sostenibilità del territorio intesa come rilancio produttivo sia a livello di ambiente che di sviluppo. L’Fse sarà utilizzato principalmente a sostegno di misure a favore dei giovani (35%), mentre un 20% sarà impiegato per l’inclusione e la promozione delle pari opportunità e la coesione sociale.