Giacosa: alla scoperta del locale dove passato e presente si mescolano

Nicola Novelli

Il conte Cammillo Negroni chiese al bartender Fosco Scarselli di aggiungere un goccio di gin e ridurre il selz nel suo Americano. In quell’istante del 1917 prese vita il Negroni, forse il cocktail più celebre al mondo. Oggi all’angolo di Via Tornabuoni c’è una targa a ricordare la fortunata combinazione, sulla facciata di quello che un tempo era il bar Casoni, dal 1927 Giacosa.

A pochi passi dalla sua sede storica, in via della Spada Giacosa è tornato a vivere due anni fa. Il locale celebra adesso un’eredità di fama mondiale, interpretando il fascino senza tempo che ha reso il Negroni una leggenda.

Il Negroni di Giacosa è un classico in chiave moderna, centrato sul bitter (e due gocce di limone), leggermente più amaro, è pensato per chi cerca un gusto autentico, accompagnato da un assaggio di olive marinate artigianalmente dai bartender. Ma gli appassionati fanno bene a chiedere di assaggiare anche l’amaro al Negroni, che reinterpreta il classico aperitivo con un aroma fresco, floreale e speziato.

Giacosa non è soltanto un’icona. E’ il capitolo di sperimentazione del Gruppo Valenza, che a Firenze gestisce anche il Caffé Gilli, Paszkowski e il Move On, con quasi 200 dipendenti. Giacosa è animato da un gruppo di giovani in tensione continua verso ciò che lascia il segno. Talenti con il desiderio di riscrivere ogni giorno i codici dell’ospitalità e della mixology.