Campi Bisenzio: l’orologio di Palazzo Pretorio torna a splendere
Campi Bisenzio, 18 settembre 2025 – E’ davvero bellissima la sensazione che si ha arrivando adesso in piazza Matteotti a Campi Bisenzio: sono state infatti tolte le impalcature che da tempo avvolgevano lo storico Palazzo Pretorio che è in corso di restauro e adesso tutti possono di nuovo ammirare lo splendido orologio a torre, considerato da sempre uno dei simboli della città, completamente recuperato e restituito all’antico splendore.
All’indubbio valore simbolico di questo orologio si aggiunge il suo indiscutibile valore storico, essendo stato realizzato nel corso del Settecento ad ornamento di un Palazzo che fino all’inizio del Novecento ha ospitato la sede comunale per poi essere sempre adibito ad uso pubblico (dagli anni Settanta del Novecento ha ospitato la prima biblioteca comunale foino al suo trasferimento a Villa Montalvo). Adesso come noto Palazzo Pretorio (dedicato a Spartaco Conti, primo sindaco del dopoguerra) è oggetto di un completo lavoro di restauro giunto ormai alla fase conclusiva: si sta infatti lavorando alle finiture interne e alle imbiancature in attesa di completare definitivamente il recupero con gli infissi entro la prossima primavera.
Nel frattempo però facciata e orologio sono tornate ad essere visibili: l’orologio, realizzato nel 1779 dall’orologiaio fiorentino Antonio Panzani, fu commissionato dall’allora Magistrato Comunitativo di Campi per sostituire il vecchio meccanismo, di cui furono conservati soltanto la campana e il martello. Panzani descrisse la sua creazione “di sì perfetta lavorazione [...] come un orologio da tasca”. Il costo dell’opera fu all’epoca di circa 1.250 lire, comprendendo anche la manodopera degli artigiani campigiani Falcini, Ciulli e Sernissi, una cifra significativa per il periodo.
Oggi, grazie al restauro, l’orologio torna a mostrare il suo valore storico e artistico, conservando intatto il fascino e l’eleganza del tempo passato. Resta così un simbolo del patrimonio culturale di Campi Bisenzio e della memoria storica della comunità.