Morto Lucchini, re dell'acciaio

Redazione Nove da Firenze

Lucchini si è spento oggi nella propria abitazione a Brescia. Luigi Lucchini è il fondatore dell'omonimo Gruppo industriale, che nell'immediato secondo dopoguerra sviluppa l'attività del padre -un artigiano che lavorava il ferro a Casto, in Valle Sabbia- costruendo un piccolo laminatoio per la produzione di tondo per cemento armato. Con gli anni dalla dimensione artigianale si passa a quella industriale, investendo in laminatoi sempre più produttivi e realizzando i primi forni elettrici capaci di fondere il rottame e trasformarlo in lingotti d’acciaio, pronti per essere laminati.

È in questo periodo che Lucchini inizia a ricoprire un ruolo da protagonista nell’ambito dì una siderurgia privata italiana che stava affermandosi con determinazione. Nei due decenni - settanta e ottanta - il Gruppo Lucchini, anticipando l'evoluzione del mercato, amplia progressivamente la propria gamma di prodotti con investimenti ed acquisizioni che gli permettono di entrare in settori a sempre maggior valore aggiunto. L'imprenditore è alla guida dell'associazione degli industriali tra il 1984 e il 1988, dopo aver guidato confindustria Brescia tra il 1978 e il 1983. Cogliendo l'opportunità delle privatizzazioni, il gruppo entra nella tecnologia del ciclo integrale, amplia la gamma dei prodotti, investe risorse nel settore R&D, pone sempre maggiore attenzione al customer service e sviluppa il processo di internazionalizzazione.

In questa fase assume il controllo delle acciaierie di Piombino, che realizzano prodotti lunghi laminati a caldo, armamento ferroviario, barre trasformate a freddo e semiprodotti. Nel 2005, a seguito di una ristrutturazione finanziaria determinatasi dopo un periodo di importanti investimenti impiantistici, la maggioranza del Gruppo Lucchini passa, attraverso un aumento di capitale, al gruppo russo SeverStal.