Una non guida su arte, cultura, vita di Venezia e dei veneziani

Redazione Nove da Firenze

Il turista che visita Venezia per la prima volta affronta spesso un percorso classico, che passa per la chiesa di San Rocco, per il ponte di Rialto e per piazza San Marco. Ma andando controcorrente rispetto alle molte guide esistenti possiamo scoprire diversi lati della città nascosti, ma non per questo meno importanti. Sopra l'acqua e sugli alberi (pp. 88, euro 7), la «non guida» di Claudio Nobbio in uscita a settembre per l'editore Mauro Pagliai, ci svela un itinerario per amanti e iniziati, portandoci tra calli e sottoporteghi segreti, osterie e mercati, sulle orme di personaggi che hanno segnato la storia della città. Il poeta Ezra Pound, che visse i suoi ultimi anni proprio nella città lagunare, scrisse: "O Dio, quale grande bontà abbiamo compiuta e scordata da donare a noi questa meraviglia, o Dio delle acque, o Dio della notte quale grande dolore ci attende da compensarci così innanzi tempo?".

E tra coloro che amarono la città, possiamo ricordare ad esempio Igor Stravinsky (anche lui come Pound sepolto a San Michele), Anton Checov e Thomas Mann. Alcuni personaggi-simbolo sembrano vivere ancora per le strade, e camminando per calli e ponti possiamo seguirne la storia: come per Casanova, che abitò a palazzo Merati e che giocava d'azzardo nella zona del Ridotto. Claudio Nobbio, giornalista enogastronomico, ha scelto Venezia come città d'adozione, avendo lavorato lì a lungo come direttore d'albergo, e ne dipinge un quadro insolito in una narrazione arguta e piena di aneddoti, senza limitarsi a parlare di arte e cultura, ma percorrendo i territori del folklore e dell'alimentazione.

Così, sfogliando le pagine del libro e le appendici finali, troviamo feste e ricorrenze storiche, impariamo i piatti della cucina tradizionale (dal baccalà mantecato al fegato alla veneziana, passando per la ricetta originale del Bellini) e scopriamo il significato di alcune voci dialettali ormai assorbite dalla lingua italiana (tra cui i bìgoli, le càpe lònghe e le frìtole). Gherardo Del Lungo