1° Maggio: sciopero nei comuni toscani che vogliono tenere aperti i negozi

Redazione Nove da Firenze

"Il Sindaco di Firenze non è, suo malgrado “l'ombelico del mondo” e, nonostante il suo delirio di onnipotenza e la sua ossessione per il protagonismo, siamo costretti a dargli una cattiva notizia - così FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, e UILTCUS REGIONALI Come l'anno scorso, proclamato per il primo maggio uno sciopero regionale, per l'intera giornata, per tutto il settore del commercio, in tutti i comuni della Toscana che hanno deciso unilateralmente di violare le norme vigenti in materia di codice del commercio regionale ed in presenza di un confronto aperto tra la Regione Toscana in cui pubblicamente, "per bocca del Presidente Rossi, si doveva avviare un tavolo di concertazione finalizzato ad una revisione condivisa del codice del commercio, che tenesse conto di alcune festività civili e religiose assolutamente escluse dalle aperture selvagge.

Ricordiamo a tutti - dichiarano Roberto Betti, Carlo Di Paola e Pietro Baio - che la battaglia del primo maggio fa parte di una vertenza più complessiva che riguarda anche la salvaguardia di valori etici, civili e religiosi, che interessano le lavoratrici e i lavoratori sul piano della tutela dei diritti, ma anche l'intera convivenza sociale e civile, che deve recuperare una dimensione etica del fare politica e del fare economia. E' assolutamente pretestuoso affermare che l'apertura del primo maggio possa risolvere la crisi del commercio che si trascina ormai da qualche anno e che richiederebbe invece una diversa progettazione politica ed economica di tutte le parti in causa, comprese le Istituzioni, sulla base di proposte concrete e non sulla base di slogan demagogici.

Ricordiamo altresì che questa battaglia è supportata dalla raccolta in Toscana di 50.000 firme di liberi cittadini e di cui qualcuno dovrà pur tenere conto.