Sollicciano l'istituto penitenziario più affollato della Toscana

Redazione Nove da Firenze

“Vista la perdurante disattenzione della politica e dei politici verso una delle più gravi emergenze nazionali vogliamo, per l’ennesima volta, rendere di pubblico dominio i numeri che certificano lo stato comatoso in cui versano gli istituti penitenziari. Ancora una volta lanciamo un disperato grido di allarme e un sentito appello perché la società e la stampa prendano coscienza del dramma penitenziario. Le incivili, disumane e degradate condizioni di detenzione cui si coniugano penalizzanti ed infamanti condizioni di lavoro – afferma Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa Penitenziari – fanno della questione penitenziaria una vera emergenza sanitaria, umanitaria, sociale e di ordine pubblico”. Dopo aver diffuso, ieri, le cifre complessive del panorama penitenziario, oggi la Uil Pa Penitenziari illustra alcuni dettagli su base regionale. Dalla rilevazione effettuata alle ore 17 del 20 settembre scorso negli istituti penitenziari regionali si trovavano ristretti 4.571 detenuti a fronte di una capacità ricettiva pari a 3.219, per un indice di sovraffollamento pari al 42%.

Firenze Sollicciano è l’istituto che in regione presenta il maggior indice di sovraffollamento (101,2%) ed occupa la 32° posizione nella speciale classifica nazionale del sovraffollamento pubblicata sulle pagine del sito www.polpenuil.it. Il dettaglio di atti violenti o di autolesionismo confermano il quadro allarmante denunciato dalla Uil Pa Penitenziari. “Dal 1 gennaio ad oggi, negli istituti toscani, abbiamo registrato 3 suicidi e nove tentati suicidi.

Ben 501 gli atti di autolesione (241 solo a Sollicciano che guida la classifica degli atti di autolesionismo) e 11 le aggressioni in danno di poliziotti penitenziari. Il dettaglio degli eventi critici, quindi, conferma tutte le nostre preoccupazioni che più volte abbiamo espresso e denunciato con estrema chiarezza. E’ ora che qualcuno si dia una mossa prima che tutto diventi irrecuperabile. Non di meno bisogna prestare molta attenzione alle situazioni di Livorno, Porto Azzurro, Prato, San Gimignano e Massa” continua Sarno. Ora la sigla sindacale chiede un confronto con il ministro Alfano. “Questo silenzio del Guardasigilli disorienta e sconcerta.

Nella situazione di sfascio ed inefficienza che caratterizza l’Amministrazione Penitenziaria è necessario un intervento del ministro Alfano, sempreché – ironizza Eugenio Sarno - ritenga che il dramma penitenziario rientri nelle sue competenze. Di certo nel derby tra i ministri competenti sul fronte della sicurezza Maroni stravince. Se non altro porta a casa le assunzioni in Polizia di Stato. Alfano, di contro, è fermo alla narrazione sull’assunzione dei 2000 poliziotti penitenziari di cui si sono perse tutte le tracce, nonostante lo spaventoso buco negli organici della polizia penitenziaria di ben seimila unità.

Forse convocare un tavolo con le rappresentanze sindacali potrebbe aiutarlo a definire il quadro reale della situazione e portarlo a ritrovare il bandolo della matassa. Potrebbe essere un ultimo, disperato, tentativo di riprendere il controllo di una situazione che gli è sfuggita di mano anche perché è gestita, malissimo, da persone che hanno certificato la propria inettitudine ed incompetenza”.

In grassetto l'istituto penitenziario, il primo valore rappresenta la capienza, il secondo i detenuti in custodia.