Autovelox: i ricorsi continuano ad essere possibili ovunque
I Comuni dovrebbero aver registrato le proprie postazioni in un elenco che il ministero dei Trasporti ha pubblicato online.
I limiti di velocità devono senz’altro essere rispettati (anche se talvolta possono essere considerati assurdi); rimane comunque il problema dell’efficienza degli apparecchi utilizzati, efficienza per la quale, così come si chiede agli automobilisti di rispettare il codice, è bene che anche le istituzioni siano altrettanti rispettose.
Questo significa che se si riceve una multa per infrazione dei limiti di velocità, si può controllare se lo specifico autovelox è tra quelli registrati e, nel caso, presentare ricorso.
L’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori fa notare che la questione è ancora più articolata. L’attuale censimento lascia comunque irrisolto un problema che la Corte di Cassazione ha più volte sollevato dando torto alle istituzioni: gli autovelox non vanno solo approvati e registrati, ma anche omologati.
Il codice della strada è esplicito in merito, ma il ministero che dovrebbe promulgare specifico decreto in merito, non lo fa. Questo accade perché il ministero sembra non avere intenzione di privare i Comuni di una fonte di introiti cospicui che, omologate le apparecchiature, verrebbero meno.
Nel frattempo, il ministero dell’Interno ha inviato alcune circolari a Comuni e Prefetti ribadendo - al contrario di quanto prevede la legge - che l’omologa può anche non essere considerata per la validità del dispositivi. Va da sè che una circolare, per quanto autorevole, non può sostituire i dettami della legge.
Quindi ad oggi, in presenza di autovelox che non sono affidabili da un punto di vista tecnico, ci sono due motivi per poter presentare ricorso: la non presenza dello specifico dispositivo nell’elenco del ministero e - valido per tutti gli autovelox - la mancanza di omologazione.