Al via l'iter per il riconoscimento dello Stato di Palestina
“L’Italia riconosce lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est come Stato sovrano e indipendente entro i confini del 1967, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale”. È questo il testo della Proposta di legge, intitolata “Riconoscimento dello Stato di Palestina”, che la Giunta toscana ha approvato oggi. Dopo il passaggio in Consiglio la proposta di legge approderà in Parlamento ai sensi dell’articolo 121 Costituzione. Con questo atto la Regione Toscana chiede ufficialmente allo Stato italiano il riconoscimento dello Stato palestinese.
“Al momento sono ben 146 sui 193 membri delle Nazioni Unite che riconoscono lo Stato di Palestina, circa il 70%, ma l'Italia non è fra questi. Ultimi in ordine di tempo ad averlo riconosciuto sono stati Spagna, Norvegia, Irlanda e Slovenia - ha ricordato Eugenio Giani presentando la legge. Andrò avanti con molta determinazione perché il riconoscimento formale consente non solo l’avvio dei rapporti diplomatici al massimo livello, ma anche l’instaurazione di relazioni economiche e commerciali mediante la stipula di trattati con piena efficacia giuridica.
Questo vuol dire che si costituiranno le precondizioni che permetteranno al nuovo Stato anche di partecipare in condizioni di parità alle organizzazioni internazionali e quindi di essere libero e sicuro nei propri confini in coesistenza pacifica con lo stato di Israele. La nostra proposta intende risarcire la sofferenza dei palestinesi causata dalla presenza israeliana nei territori occupati. Conosciamo molto bene gli effetti di questa situazione - ha concluso Giani. Negli ultimi mesi abbiamo infatti accolto molte bambine e bambini gravemente feriti al Meyer, e per questo voglio ringraziare ancora i nostri sanitari, una vera e propria eccellenza a livello internazionale.
Con il riconoscimento dello Stato di Palestina, e allo stesso tempo il consolidamento dello Stato di Israele, dalla Toscana chiediamo con forza pace, pace, pace!”.
Secondo uno degli ultimi rapporti dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, i palestinesi uccisi da Israele dall'ottobre 2023 sono infatti oltre 60 mila, mentre altri 115 mila sono rimasti feriti e più di 2 milioni sono stati sfollati. L'Onu, nel condannare gli attacchi contro i civili a Gaza ricorda che è “inaccettabile l'uccisione e il ferimento di persone affamate in cerca di cibo” e che “il blocco del carburante, imposto dalle autorità israeliane da oltre 100 giorni, impedisce il mantenimento dei servizi essenziali e salvavita a Gaza, tra cui gli ospedali, le unità di terapia intensiva e i servizi sanitari, idrici e igienico-sanitari. Da giorni inoltre l'interruzione delle telecomunicazioni, a partire da internet, compromette gravemente le operazioni umanitarie”.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Toscana avviene nel rispetto del diritto e della legalità internazionale, in applicazione di moltissime prese di posizione formali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, tra le quali si ricordano le risoluzioni 181/1947, 237/1967, 242/1967, 860/2009, fino ad arrivare alla risoluzione dell’Assemblea generale del 13 maggio 2024 “Ammissione di nuovi membri alle Nazioni Unite” con cui si stabilisce che lo Stato di Palestina è qualificato per l’adesione alle Nazioni Unite ed in conformità con l’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite e dovrebbe, pertanto, essere ammesso a far parte dell’Organizzazione.
Anche il Parlamento europeo il 17 dicembre 2014 ha approvato una risoluzione sul riconoscimento dello Stato di Palestina e il nostro Parlamento nazionale il 21 maggio scorso ha approvato una mozione che impegna il Governo a “rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all'interno di confini mutualmente riconosciuti”.
«Da giorni – afferma il consigliere comunale Francesco Grazzini – campeggia in piazza del Duomo, a due passi dalla Cattedrale e proprio sotto la cupola del Brunelleschi, una “Tenda per la Palestina”: gazebo, sedie, microfoni, dibattiti politici e un ricco programma di eventi partecipati anche da autorevoli esponenti della politica toscana. Il tutto all’ombra del monumento più iconico della città. Un’occupazione così ben organizzata da sembrare quasi… autorizzata. Quasi.»
«Peccato – prosegue Grazzini – che secondo quanto riportato sulla rete civica del Comune, per qualsiasi occupazione di suolo pubblico serva una trafila precisa: richiesta via portale STAR, postazione autorizzata, permessi in regola. Ma – sorpresa! – non solo piazza del Duomo non risulta tra le aree autorizzabili, ma pare che nessuno abbia nemmeno pensato di chiedere il permesso.»
«Per chiarire la questione – aggiunge il consigliere – ho presentato una domanda di attualità in Consiglio comunale. Non ho avuto risposta scritta per “mancanza di tempo” (un grande classico), ma in aula si è comunque lasciato intendere che no, nessuna richiesta formale è mai arrivata.»
«Ora, capisco che certe cause possano godere di una sorta di immunità morale – conclude Grazzini – ma qui non si parla di opinioni, si parla di regole. E le regole, se esistono, valgono per tutti. O almeno dovrebbero. Altrimenti aboliamole e diciamolo chiaramente: basta una buona intenzione e un comunicato stampa a Palazzo Vecchio per occupare il suolo pubblico, magari all’ombra della cupola del Brunelleschi. Così risparmiamo anche sul portale STAR.»
"La libertà di manifestare è un diritto costituzionale non disponibile per gli Enti Locali. Chiedere conto dell'occupazione di suolo pubblico per una libera espressione di idee non ha niente a che vedere con una presunta cultura liberale -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Certo, capiamo il senso della polemica, visto che si parla di Israele e Palestina.
Ci teniamo a ringraziare chi dalla scorsa settimana è sotto il sole, mettendo insieme oltre 20 realtà del territorio, per un senso di giustizia sociale e di pace. Manifestare per più giorni di fila è cosa diversa da altre attività normate dai regolamenti comunali (come una raccolta firme per una campagna referendaria, o la propaganda elettorale).
Ci stupisce che Italia Viva non abbia chiesto se le tende e le sedie di chi sta in fila per i concerti come il Firenze Rocks abbia pagato suolo pubblico. Oggi a Firenze ci sono già fin troppe limitazioni per la libertà di manifestare. Non si può fare un corteo o un presidio in piazza Signoria o in piazza della Repubblica, per esempio. Non si può disturbare lo shopping in alcune vie. Ci sono zone rosse di fatto. Ci manca solo che si voglia creare un regolamento per le pubbliche manifestazioni".