Biologico: in Toscana 3mila aziende, pari al 13% della superficie agricola utilizzabile

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 6 giugno 2007- Più attenzione agli aspetti ambientali e alle rotazioni per le aziende biologiche toscane. Sono state studiate ai raggi X cinque aziende biologiche della regione, all’interno del progetto di ricerca triennale promosso dall’Arsia con bando pubblico, “Agricoltura biologica e biodinamica toscana finalizzata alle produzioni vegetali”, i cui risultati sono stati presentati a San Piero in Grado (Pi), presso il Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali “Enrico Avanzi” (Ciraa) dell’Università di Pisa.

La Toscana conta attualmente 3mila aziende convertite alle tecniche di agricoltura biologica per una superficie di 100mila ettari, pari al 13 per cento della superficie agricola utilizzata regionale. L’iniziativa di ricerca - sottolinea Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia – ha preso in esame alcuni casi di studio localizzati nei diversi ambienti regionali (collina litoranea e interna, pianura litoranea e interna, montagna), ed ha approfondito alcune tematiche legate alla fertilizzazione del terreno, all’uso dei sovesci e dei concimi (ammessi dal Reg.

CE 2092/91), con una particolare attenzione agli aspetti di tutela ambientale E’ emerso, che alcuni aspetti tecnici, connessi alla gestione dei terreni e alla valorizzazione della sostanza organica hanno importanti legami con la quantità e la qualità delle produzioni. Quando si affrontano le tematiche legate alle tecniche biologiche le risposte sono maggiormente verificabili sul lungo periodo – spiegano i ricercatori del progetto -, un’azienda che si è convertita al biologico da 15 anni, ad esempio, produrrà in maniera più costante rispetto ad un’azienda convertita al biologico da cinque anni.

Questo perchè l’azienda ha raggiunto un equilibrio di sistema maggiore che si traduce in un maggior accumulo di sostanza organica ed un maggior controllo delle malerbe e delle fitopatie.
Una specifica attenzione, infine, sul ruolo delle aziende biologiche a favore della sostenibilità ambientale. In particolare la progettazione di infrastrutture ecologiche (siepi, strisce inerbite, prati stabili, ecc), insieme ad una particolare attenzione alle rotazioni è indispensabile per garantire la biodiversità, animale e vegetale, facendo comunque riferimento agli aspetti qualitativi e produttivi.
Il progetto di ricerca è stato coordinato da Aiab Toscana, con il supporto scientifico dell’Università di Firenze (Disat), del Ciraa, del Consozio toscano produttori biologici, di Assobio Toscana e di Cipa-at della Cia Toscana.

Nel 2002 sono state promosse e finanziate dall’Arsia due progetti di ricerca sul biologico, l’una per la zootecnia, l’altra, appunto, dedicata al comparto vegetale, per un impegno finanziario complessivo di 310mila euro.