Falcone e Borsellino: sulla facciata di Palazzo Medici a Firenze la gigantografia dei due magistrati

Redazione Nove da Firenze

Una battaglia in favore della legalità e del senso civico. Quattro giovani fiorentini che operano per l’associazione Libera hanno esposto dalla terrazza di Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia di Firenze, una gigantografia di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, magistrati e martiri della lotta contro la mafia. Il manifesto è stato affisso in occasione dell’anniversario della morte di Falcone, e resterà appeso fino al 19 luglio, giorno in cui è stato ucciso il collega Borsellino.

Un’iniziativa per ricordare il valore dei due magistrati che condussero con coraggio la loro lotta contro la mafia.
I quattro ragazzi che hanno esposto il manifesto sono tra quelli impegnati nei campi di lavoro sui terreni confiscati alla mafia: un progetto chiamato “Liberarci dalle spine” e organizzato da Libera, Arci Toscana e Fondazione culturale Banca Etica. Questo è il terzo anno di vita del progetto. Anche quest’anno, dal 4 giugno al 20 ottobre, ogni quindici giorni partirà un campo di lavoro per un totale di dieci campi a Corleone, Canicattì e Monreale.

In tutto sono 340 i ragazzi che parteciperanno ai campi, di cui 97 della provincia di Firenze. Una giornata per ricordare il coraggio di due uomini e per sensibilizzare alla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. “Il gesto di affidare ad un simbolo il ricordo di Falcone e Borsellino dopo 15 anni dai terribili attentati – ha commentato Matteo Renzi Presidente della Provincia di Firenze- è un piccolo ma significativo messaggio che lancia l’Amministrazione Provinciale e tutta la comunità fiorentina per ricordare queste due grandi figure che hanno profuso un impegno profondo a servizio della legalità, della libertà e dignità delle persone.

Penso che sia bello – ha aggiunto – che ad appendere lo striscione siano stati dei ragazzi che hanno dato con il loro lavoro un contributo importante non solo per noi ma per tutta la nostra comunità”.