Il Comune deve chiedere un codice etico all'Università: lo afferma Donzelli (AN)

Redazione Nove da Firenze

«Il Comune chieda con forza all'università l'adozione di un codice etico». E' la richiesta avanzata dal consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli che è anche presidente nazionale di Azione universitaria-Fuan. L'esponente del centrodestra sottolinea che «proprio in questi giorni l'ateneo di Bologna si è dotato di uno strumento simile» mentre «la giunta di Bari, lo scorso aprile ha approvato una delibera che impegna l'amministrazione a non dare alcun finanziamento al politecnico né all'università se non si dotano di codici etici, questo per evitare che i soldi dei cittadini possano essere utilizzati per far proliferare dinastie all'interno dell'università.

L'impossibilità dell'ordinamento generale - sottolinea il presidente nazionale di Azione universitaria - a regolamentare minutamente l'esercizio di professioni ad alto grado di professionalità e di autonomia quali magistrati medici e professori universitari crea, di fatto, delle zone grigie. La classifica redatta dalla Jiao Tong University di Shanghai - ha concluso Donzelli - dimostra che l'assenza di meritocrazia affonda la produttività dell'università. La Sapienza di Roma, prima delle italiane in tale graduatoria, si trova al 100° posto tra gli atenei del mondo: frutto della storica assenza di meritocrazia nel sistema accademico italiano che incatenato dalle solite logiche baronali non ha incentivato sviluppo, ricerca e produzione.

Prima della riforma Moratti l'operato del ricercatore dell'università italiana non è mai stato oggetto di verifica in base ai risultati ottenuti: un tale approccio, lontano anni di luce dal concetto di meritocrazia, ha portato nei decenni ad un conseguente livellamento verso il basso della ricerca e della produzione. Questa classifica è la conferma di quanto le barricate alzate gli scorsi anni dalla sinistra e dalle lobby baronali contro il tentativo del governo di centrodestra di portare meritocrazia all'interno delle nostre università siano state deleterie ed abbiano fatto perdere al sistema Italia un'opportunità di crescita».