Intercity Brasile Cinema: da lunedi 7 al Cinema Grotta ed al Teatro Della Limonaia di Sesto Fiorentino

Redazione Nove da Firenze

Abbiamo amato il cinema brasiliano, la nouvelle vague prima della Nouvelle Vague dopo di che il cinema non è più stato lo stesso. Abbiamo amato Galuber Rocha e C., il Cinema Novo e il suo epigono il Cinema Marginal. Avventure brevi. Parabole immaginifiche. Cineasti visionari. La terra e la luce. “A terra” come i brasiliani chiamano il loro paese. E la luce sparata e abbagliante sullo schermo b/n. Cinema terzomondista, cinema politico, in lotta contro il sottoviluppo culturale che il neocolonialismo imponeva al Brasile.

L’emarginazione urbana e il mitico sertao, il Nordeste, lo sfondo di “o cangaceiro”, di Antonio Das Mortes. Schegge di un cinema che non si vede. Da riscoprire. Con quelle più recenti. Colorate e pur sempre allarmate. Sparse umanità fra le metropoli e le periferie, disagio e povertà, il cinema dei sentimenti che si non rinuncia all’indagine, al sapore etico della denuncia, alla coloritura estrema della dispersione, qui folla di carnevale, là annientamento geografico. E un colpo d’occhio libero e strabico, oltre la cartolina e il folclore, sfociato in nuovi successi e riconoscimenti internazionali, addobbato a festa da Orson Welles che voleva farci un film e da Marcel Camus che ce lo fece, perché la musica è bossa nova e Orfeo il suo profeta.