40 anni dal viaggio di Levi ad Auschwitz con gli studenti fiorentini

Nicola Novelli

Sono trascorsi 40 anni dalla commovente testimonianza di Primo Levi, prigioniero ad Auschwitz tra il 1944 e il 1945, rilasciata durante un viaggio studio con un gruppo di studenti fiorentini. Lo scrittore ritornò in quei terribili luoghi per la seconda volta, proprio nel giugno del 1982 a distanza di quarant’anni dalla sua liberazione. Decise infatti di accompagnare un pullman di studenti e di loro insegnanti, partiti da Firenze, insieme a amministratori pubblici e altri sopravvissuti alla Shoah. L'allora programmista regista Rai, Daniel Toaf (successivamente vice-direttore di RaiUno) decise di seguire Levi nella visita al campo di concentramento, realizzando un indimenticabile documentario per conto della trasmissione televisiva Sorgente di vita. 

Lo scrittore aveva vissuto la tragedia della deportazione e della permanenza nel campo di concentramento di Auschwitz. Il suo racconto davanti alle telecamere Rai comincia con i cinque giorni trascorsi all'interno di un vagone merci piombato. La sua memoria è accorata e piena dell'umanità che nessun nazista possedeva né è stato in grado di sottrargli. E' soprattutto lo sguardo di Levi a tradire le sue emozioni, piuttosto che la colta misura delle sue parole.

Lo scrittore fu uno dei soli 20 sopravvissuti ebrei italiani del campo. Morirà suicida nel 1987. Ci lascia opere tra cui “Se questo è un uomo“, “La Tregua“, “Se non ora quando“, “I sommersi e i salvati“.