Giardino della Gherardesca: un'area verde aggredita dal cemento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2007 00:11
Giardino della Gherardesca: un'area verde aggredita dal cemento

A Firenze, da più di due anni, sono in corso lavori per trasformare in albergo di lusso il Palazzo Scala-Della Gherardesca in Borgo Pinti con l’ annesso Giardino storico.
Il Palazzo, appartenuto fino a pochi anni fa alla SMI (Società Metallurgica Italiana), è poi passato alla multinazionale alberghiera Four Seasons.
Il recupero funzionale riguarda anche l’ex Istituto di suore di S. Maria Ausiliatrice in via G. Capponi.
I vari N.O. della Soprintendenza ai BB.AA. sono arrivati entro il 2003, mentre la concessione edilizia del Comune, accompagnata da una delibera del Consiglio Comunale, è del 2004.
Si tratta di uno dei più prestigiosi palazzi storici di Firenze il cui nucleo centrale fu concepito da Giuliano da Sangallo, poi trasformato all’inizio del ‘700 da Antonio Ferri e infine restaurato dal Poggi nel XIX secolo.

Si tratta del cortile d’onore del Casino di Bartolomeo Scala, cancelliere della Repubblica fiorentina, amico di Lorenzo il Magnifico, decorato con importanti bassorilievi e citato da Marsilio Ficino
Il Palazzo Della Gherardesca, che lo ha poi inglobato, insieme agli annessi di Borgo Pinti, è un edificio di classe 0, cioè monumento per eccellenza, notificato e vincolato ai sensi del D. Lgs 490/99 per il quale si ammettono esclusivamente interventi di conservazione o di restauro, previa approvazione della Soprintendenza.
Si tratta inoltre di uno dei più estesi giardini monumentali all’interno delle mura, compreso tra il viale Matteotti e Borgo Pinti: l’originario giardino all’italiana venne risistemato in gran parte secondo il gusto romantico dal conte Guido Alberto della Gherardesca e impreziosito da tempietti e caffehaus su disegno di Giuseppe Cacialli.

Nella seconda metà dell’Ottocento venne realizzato il nuovo ingresso monumentale disegnato da Giuseppe Poggi al quale si devono pure gli edifici e il muro di cinta realizzati sul nuovo viale di circonvallazione (oggi viale Matteotti). Il giardino è stato interessato anche da un restauro di Pietro Porcinai dopo la seconda guerra mondiale.
Sottoposto a vincolo di tutela come monumento di particolare pregio storico artistico per le leggi 364/1909 e 1089/39, fa parte del patrimonio dei beni culturali del nostro Paese.
Gli immobili descritti rappresentano elementi costitutivi della ricchezza architettonica di Firenze, difficilmente compatibili con la funzione alberghiera, ma semmai da destinarsi ad altra funzione (culturale, universitaria, o comunque pubblica e polivalente).

In questo contesto si prevedono:
· incrementi di superficie (S.U.L.) di 4.072 mq.

pari al 22% di incremento della superficie attuale.
· un nuovo accesso al Giardino su viale Matteotti con apertura di una breccia nel muro di cinta ottocentesco e costruzione di nuovi volumi
· la realizzazione di locali di servizio interrati di 4 m. in corrispondenza dell’ingresso principale di Piazzale Donatello
· la realizzazione ex novo di una rampa lato ingresso servizi
· il riuso dell’intero giardino con organizzazione dei percorsi
· la copertura dei cortili delle “Colonne” e delle “Scuderie”

"Tramite una semplice D.I.A.

-affermano in un documento i Comitati dei Cittadini di Firenze- Palazzo Bardi Busini, in via de’ Benci, di attribuzione brunelleschiana, è stato recentemente trasformato in 21 appartamenti per l’inglese Knight Frank. Una vasta porzione di tessuto urbano, l’ex-sede del Monte dei Pegni tra via Palazzuolo e Borgo Ognissanti, dopo una variante di PRG e relativo declassamento degli immobili, verrà trasformato in hotel. Questi episodi colpiscono per il semplificato uso degli strumenti urbanistici e per la disinvoltura delle procedure, visto che si tratta di edifici notificati, vincolati o a questi assimilati.

Anche se determinanti sono stati tre N.O della Soprintendenza, niente sarebbe avvenuto senza una Delibera del Consiglio comunale dell’aprile 2004 che permette agli uffici tecnici di rilasciare una Concessione edilizia con procedura di deroga.

Questa procedura era necessaria?
"Per ottenere l’incremento di superficie -rispondono gli attivisti dei Comitati- che negli edifici di classe 0 e di classe 1 non è ammessa; modificare alcuni parametri relativi ai rapporti aeroilluminanti previsti dal Regolamento edilizio.

Tuttavia la procedura di deroga agli strumenti urbanistici generali (secondo il T.U. D.P.R. 6.6.01) è permessa esclusivamente per edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, come tali individuati nel PRG, in corrispondenza degli immobili descritti".

Su cosa si basa allora la Delibera del Comune? "Sul Piano di settore del Turismo -spiegano dai Comitati dei Cittadini- nel quale l’immobile è inserito, che impropriamente viene considerato come norma regolatrice di carattere generale e quindi equiparabile al PRG.

In questo modo si permettono quegli incrementi di superficie e volumi incompatibili con immobili vincolati di questa natura. Inoltre in edifici sottoposti a tali vincoli l’aumento di SUL concesso va ad interessare inevitabilmente l’area del Giardino storico. Ne sono una prova i manufatti fuori terra già realizzati ex-novo (nonostante i tentativi di mascheramento con teli verdi), e i vasti locali di servizio interrati con relative rampe di accesso oggi ben visibili al di là dell’ingresso monumentale e del muro di cinta lungo il viale".

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