L’erbario di Rodolfo Pichi Sermolli acquisito dal Museo di Storia Naturale: conta oltre 25.000 campioni di felci

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2006 16:21
L’erbario di Rodolfo Pichi Sermolli acquisito dal Museo di Storia Naturale: conta oltre 25.000 campioni di felci

Firenze, 27 ottobre- L’immenso erbario raccolto dal noto botanico fiorentino Rodolfo Pichi Sermolli sarà acquisito dall’Università di Firenze per valorizzarlo all’interno del proprio Museo di Storia Naturale. Lo ha deliberato il Consiglio di amministrazione dell’ateneo nella seduta odierna, dopo il consenso già manifestato il 9 ottobre scorso dal Senato accademico.
L’erbario pteridologico, ossia riferito alle felci, conta in perfetto stato di conservazione circa 25.000 campioni, frutto di raccolte effettuate in Italia e in molte altre regioni del mondo, dalla Pirenaica alle Azzorre, dall’Africa all’America centrale e meridionale fino alla Nuova Zelanda, ed è probabilmente il più completo esistente comprendendo, tra l’altro, 480 specie nuove per la scienza.


Pichi Sermolli (1912-2005) è stato uno dei massimi esperti mondiali in campo pteridologico: parte integrante dell’acquisizione è inoltre l’importante fondo librario che comprende 450 volumi, di cui alcuni preziosissimi per la loro rarità, e circa 7000 estratti di miscellanea nonché i quaderni dello stesso botanico.
“L’acquisizione – ha osservato il rettore Augusto Marinelli - consolida il patrimonio del Museo di Storia Naturale. L’erbario Pichi Sermolli è di grande interesse scientifico e storico-naturalistico, come conferma il fatto che istituzioni internazionali, come la Smithsonian Institution di Washington e il British Museum of Natural History, avevano manifestato l’interesse ad acquisirlo”.
La collezione va rafforzare la tradizione botanica fiorentina che si esprime attraverso le attività svolte, oltre che nella sezione botanica del Museo stesso, anche presso il Dipartimento di Biologia vegetale, l’Erbario centrale italiano e il Centro interfacoltà per l’erbario tropicale, tutti con sede presso l’ateneo fiorentino.

“Firenze può ambire così – ha sottolineato ancora Marinelli – ad essere centro di riferimento mondiale per gli studi in questo settore”.

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