Sicurezza nelle Cave: questione nazionale

Presentato a Massa il protocollo per un sistema più sostenibile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2017 19:18
Sicurezza nelle Cave: questione nazionale

MASSA– Quello sottoscritto a Firenze alla fine del gennaio scorso è un protocollo che si pone l'obiettivo di rendere più sostenibile l'attività estrattiva nelle cave del distretto lapideo apuano e non solo. E' quanto hanno ribadito oggi presso la Procura della Repubblica di Massa il procuratore Aldo Giubilaro e il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che quel protocollo ha fortemente voluto. Vediamo dunque cosa prevede quell'accordo. L'obiettivo principale è quello di ridurre gli infortuni sviluppando e coordinando le attività di prevenzione e controllo nelle cave e nelle aziende del marmo della Lunigiana e della Lucchesia.

Oltre al tema della sicurezza sul lavoro al centro delle azioni di coordinamento c'è anche il rispetto dell'ambiente e dell'assetto idraulico e più in generale l'attenzione alla corretta modalità di coltivazione delle cave. Il protocollo ha l'obiettivo di favorire la massima collaborazione tra le Procure, l'Asl e l'Arpat, in relazione ai controlli in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro e di ambiente. Viene quindi istituito un tavolo di coordinamento operativo tra Asl, Arpat e Comando regione Carabinieri forestale. La Regione Toscana si impegna a promuovere l'innovazione e lo sviluppo sostenibile con interventi a sostegno delle imprese che introducano tecniche di estrazione capaci di ridurre la produzione di materiale di scarto, e migliorino la sostenibilità ambientale dell'attività estrattiva. In sede di firma il presidente Rossi annunciò che ogni sei mesi verrà presentato un rendiconto dell'attività svolta anche attraverso un confronto con i territori, perchè quanto previsto nel protocollo non potrà avvenire senza il coinvolgimento delle forze sociali, di imprenditori, lavoratori e istituzioni locali. L'attività di escavazione può e deve continuare, ma in maniera più sostenibile e più sicura.

Non è infatti accettabile che continuino a verificarsi incidenti gravi e con i ritmi registrati finora. Ecco quindi che nel 2017 da parte della Asl nord-ovest sono previste circa 800 visite di controllo, per una media di 6/7 accessi con controlli su circa 140 cave l'anno. A questi si aggiungono oltre 400 controlli nei laboratori per una media di 1/2 accessi per ciascuno e oltre 200 realtà controllate annualmente. Anche Arpat aumenterà le azioni di controllo, con 60 cave controllate, ma con numero di accessi molto superiori, puntando in primo luogo alla verifica della gestione delle acque di lavorazione e dei rifiuti di estrazione, con particolare riferimento alla "marmettola", oltre ai materiali prodotti nella manutenzione di mezzi e macchine. Grande attenzione sarà posta anche sugli aspetti della difesa del suolo, con p articolare riguardo alla ricostruzione del reticolo idraulico, con oltre 80 controlli affidati al personale del Settore Genio civile Toscana Nord ed al personale del Nucleo Forestale dei Carabinieri.

Centinaia di verifiche punteranno poi sulla rispondenza tra l'utilizzo delle cave e le autorizzazioni rilasciate. In collaborazione con l'università di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra, sarà posta priorità all'attività di monitoraggio della stabilità dei versanti con particolare riferimento ai ravaneti. Qui è già attivo il sistema di monitoraggio radar satellitare, la stessa tecnologia usata anche per la Costa Concordia. Il monitoraggio si baserà su aggiornamenti con cadenza di 12.

Infine l'analisi del materiale scavato dovrà dare indicazioni anche sulle quantità sostenibili. La Regione Toscana intende infine incentivare gli imprenditori che vogliono investire sulle nuove tecnologie e utilizzarle anche per ridurre, come ora è possibile fare, i materiali di scarto.

Il "Protocollo per la legalità, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile delle attività estrattive" è stato sottoscritto il 30 gennaio scorso a Firenze presso la Presidenza dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e dai procuratori generali delle Repubblica Marcello Viola (Procura generale presso Corte di Appello di Firenze), Antonio Lucisano (Procura generale presso Corte di Appello di Genova), Aldo Giubilaro (Procura generale presso Tribunale di Massa), Pietro Suchan (Procura della Repubblica presso Tribunale di Lucca) e il generale Giuseppe Vadalà (Comando Regione Carabinieri Forestale "Toscana").

"Quella delle cave è una questione nazionale e sono felice che finalmente siano arrivati qui per prendere visione diretta di questa realtà i rappresentanti di tre ministeri, Sviluppo economico, Lavoro e Ambiente, che avevamo ripetutamente invitato. Abbiamo anche chiesto una normativa generale che tuteli la sicurezza del lavoro in cava ed una legge specifica sull'utilizzo del filo diamantato. In questo settore i temi fondamentali sono quelli della sicurezza dei lavoratori e della tutela dell'ambiente". Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sintetizza così il significato della sua visita, accompagnato dal sindaco Angelo Zubbani, alla Cava Gioia di Carrara, gestita da una cooperativa che impiega oltre cento addetti.

Con alcuni di loro ha poi pranzato nella mensa aziendale, insieme al procuratore di Massa Aldo Giubilaro, prima di recarsi in Procura dove oltre al padrone di casa c'erano ad attenderlo anche i procuratori di Genova, Lucca e Firenze, insieme al prefetto di Massa-Carrara e ai vertici del comando Regione carabinieri forestale Toscana.

Un vero summit delle massime autorità che hanno firmato il 30 gennaio scorso a Firenze il "Protocollo per la salvaguardia della legalità e la promozione dello sviluppo sostenibile dell'attività estrattiva nel distretto apuo versiliese"."Alla sua attuazione - ha precisato Rossi - lavoreremo con tenacia e determinazione, pur consapevoli che i problemi non si risolvono in tempi rapidi e che occorre produrre una svolta graduale. Attiveremo una quantità di controlli sulla sicurezza e sull'ambiente come non é mai accaduto prima d'ora.

È necessario tenere insieme progresso tecnologico delle lavorazioni e sicurezza dei lavoratori. Ed è opportuno che i passi repressivi siano accompagnati da un passo normativo". Così il presidente della Regione ha annunciato che scriverà ai tre ministri competenti chiedendo loro di istituire un tavolo nazionale che si occupi delle attività estrattive e dei problemi che determinano. "Tra questi - ha poi precisato il presidente - ci sono le questioni ambientali. Proseguiremo dunque con le verifiche sulla staticità dei versanti e sui ravaneti.

Poi ci metteremo in grado di compiere una verifica autonoma sulla quantità dei materiali estratti, per arrivare a programmare ogni anno i quantitativi asportabili. Daremo periodicamente conto delle varie attività previste dal Protocollo. Non ci fermeremo, anche se giudico comprensibile la richiesta di gradualità negli interventi. Però occorre che tutti abbiano la consapevolezza che non si può andare avanti così. Intendiamo anche ascoltare i suggerimenti e gli stimoli che ci verranno dalle forze sociali.

Noi le nostre forze le metteremo tutte per produrre un cambiamento reale in questo delicato settore".Nel corso dell'incontro in Procura é stato annunciato che dei 20 organici aggiuntivi promessi, 10 sono già arrivati a sostenere il lavoro delle Procure: 6 in quella di Massa e 4 in quella di Lucca.

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