Rossi: "Riavvio del tessile, perché Biella sì e Prato no?"

"Prego il Governo di rivedere queste disposizioni e di ridiscutere insieme alle Regioni il tema della programmazione delle aperture". Stella (Forza Italia): "Di questo passo Rossi e il Pd si dovranno prendere le loro responsabilità". Silli: "Dovrebbe essere lui a rispondere"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 2020 17:38
Rossi:

“Da notizie di stampa si apprende che il distretto tessile biellese d’accordo con la Prefettura può riaprire da oggi. Come più volte sostenuto, questo dimostra che l’aver attribuito alle Prefetture il potere di determinare chi può stare aperto ha costruito un’Italia fatta non da 20 Regioni ma da 94 Province che hanno comportamenti difformi tra loro. È evidente che questo rischia di genere disorientamento e confusione". Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

"Prego il governo di intervenire - aggiunge Rossi - di rivedere queste disposizioni e di ridiscutere insieme alle Regioni il tema della programmazione delle aperture. A mio parere il governo deve tener conto delle specificità regionali sia sotto il profilo economico e produttivo che sotto quello dell’impatto del virus che non è uguale in tutto il paese. Intanto, qualcuno ci spieghi perché il tessile di Biella può riavviare le attività mentre quello di Prato no”.

La questione è stata sollevata con forza anche da Marco Stella (Forza Italia). "Di questo passo Rossi e il Pd si dovranno prendere le loro responsabilità: stanno affossando l'economia toscane, creando disoccupazione. Mentre domani le aziende tessili di Biella, in Piemonte, potranno riaprire l'attività in forza di un accordo trovato tra industriali e Enti Locali, in Toscana siamo ancora al palo, anzi addirittura si mandano le forze dell'ordine a fare i controlli per verificare che nessuno riapra i capannoni. E' assurdo, grave e senza senso", afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana.

“Quando il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi chiede come mai il distretto tessile di Biella possa riaprire e quello di Prato no, esattamente a chi si rivolge? Perché dovrebbe essere lui a rispondere”, dichiara il deputato pratese di Cambiamo! Giorgio Silli. “I deputati del PD, partito del Governatore, hanno i numeri per poter incidere nelle scelte del governo: troppo facile ora far finta di essere all’opposizione. A quanto pare le norme sono fatte male e fin troppo interpretabili, tanto da creare differenze di trattamento come queste. Al di là delle polemiche politiche, se il distretto di Prato non riaprirà entro le prossime 48 ore per molte aziende sarà veramente la fine. Fateci riaprire”, conclude.

LA FASE 2 E LA FASE 3. L’urgenza di riaccendere i motori dell’economia toscana, ma in sicurezza. E poi il nodo dei trasporti, l’estate da tenere (economicamente) in vita, la cultura e il turismo da far ripartire. E naturalmente la scuola, con un grande progetto di educazione e formazione che dovrà necessariamente fare i conti con mesi ancora di convivenza forzata con un virus non debellato e privo di vaccino.

Parla della “fase 2” ed anche della “fase 3” il presidente della Toscana Enrico Rossi, tornando in una intervista televisiva sui temi al centro dell’agenda non solo regionale ma nazionale. Lo fa puntando lo sguardo su un orizzonte che non è solo quello delle prossime settimane.

Nessun “tana libera tutti”, tutt’altro

Parte dalle riaperture e dalla lettera inviata cinque giorni fa al presidente del consiglio Conte in cui proponeva di fari ripartire per primi i settori più vocati all’export: quelli che, se continueranno a stare fermi, rischiano di perdere quote di mercato e provare una recessione (e la perdita di posti di lavoro) irreversibile. “Io – sottolinea Rossi – non propongo un ‘tana libera tutti’. Se questo è il rischio, mi pare che sia il Governo a proporla dopo il 4 maggio, con una riapertura che, secondo l’opinione dominante, riguarderebbe manifatture e cantiere per due milioni e 800 mila cittadini. Mi pare che per riaprire tutti insieme, non so se sotto le pressioni della Lombardia o di chissà chi altro, si rischia di tenere tutti chi usi e poi di riaprire con un impatto che questo, invece sì, mi preoccupa”.

“Noi – precisa - avevamo chiesto una cosa diversa: una ripartenza anticipata per quei settori della Toscana che sono esposti alla concorrenza internazionale: settori fondamentali dell'economia toscana, che producono un terzo della nostra ricchezza in termini di Pil”. Tremila aziende in tutto, 90 mila addetti impiegati, altri 25 mila nell’indotto: tessile, imprese che producono macchinari, pelletteria e lavorazione del cuoio, l'oreficeria di Arezzo e tutto il settore della moda. “Con poco più di 50 mila persone per turno e due turni al giorno – si sofferma - avremmo potuto rimettere in moto il motore fondamentale dell’economia toscana: pera ltro in sicurezza, con regole che noi abbiamo dettato nell'ordinanza, molto rigorose e molto rigide”.

“Io penso che sia difficile pensare – dice Rossi - che, oggi, si possa rimettere al lavoro una catena dove si sta a un metro di distanza, magari senza prendere dei provvedimenti specifici. Noi abbiamo tentato di dare una soluzione. E quindi insisto perché il Governo ci ascolti. Non è vero che tutto è uguale: ci sono differenze economiche e differenze territoriali che a mio parere devono essere tenute di conto”. La Toscana, ricorda il presidente, ha avuto anche un impatto diverso di infezioni rispetto ad altre realtà del paese. “Non si vede – conclude - perché tutti dovremmo essere trattati allo stesso modo e non si vede perché non ci debba essere una differenziazione anche per settore. Io insisto affinché il Governo prenda seriamente in considerazione questa nostra proposta di anticipazione; la prossima settimana (quella del 27 aprile ndr) potrebbe essere quella buona, prima sanificando tutte le fabbriche e laboratori”.

Riorganizzare i trasporti, meglio se sostenibili

Alla riaperture è legata anche la necessità di riprogrammare i trasporti. Rossi lo ripete da settimane, fin da quando con l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli e l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo ha iniziato ad incontrare categorie economiche, parti sociali ma anche l’Anci per i Comuni. “Bisognerà fare turni di lavoro in tutti i settori in orari differenziati – auspica il presidente -, in modo da non sovraccaricare i mezzi pubblici. Ma bisognerà anche aumentare i mezzi pubblici, garantire la distanza adeguata, portare la mascherina quando vi si sale sopra, detergersi le mani prima di montare e quindi ci vogliono anche questi dispositivi”.

Sarà necessario “stabilire regole e comportamenti che impattino sull'ambiente in misura diversa rispetto al passato”. “La salute – dice - dipende anche molto dalle condizioni ambientali di contorno”. “Quanti ai mezzi individuali, penso si debba favorire l'auto elettrica, la cosiddetta mobilità leggera, le biciclette, le biciclette con pedalata assistita”.

Estate in Toscana

Lo sguardo si allunga intanto sull’estate alle porte e le tante preoccupazioni dei lavoratori e imprenditori che operano nel settore turistico che al momento è fermo, con prenotazioni cancellate e turisti che arrivavano dall’estero e che non si sa quando potranno tornare. Il turismo in Toscana vale il 10 per cento del Pil. “La prima indicazione del Governo mi vede d’accordo. Dobbiamo riscoprire il territorio -- pensa il presidente Rossi - : noi toscani dobbiamo stare in Toscana per dare una mano al nostro turismo”. “Stiamo qui – invita - : si possono scoprire bellezze che non si trovano certo da altre parti, si possono visitare i nostri musei bellissimi, le nostre città d'arte. le nostre colline, il nostro Appennino, gli agriturismi, la campagna toscana o il mare”. “Ragioneremo insieme anche con le categorie - conclude - su come riuscire davvero a dare un impulso”.

Scuola e aggregazione

Nell’intervista Rossi parla anche della scuola.”Non direi che bisogna dare per scontato che ormai l'anno sia andato – dice -. Chi tornerà al lavoro ha bisogno di avere una garanzia: non solo nelle scuole”. Per Rossi è necessario pensare a spazi di aggregazione che consenta ai bambini e ragazzi di potersi ritrovare, magari in numero ridotto anche a luglio, agosto e settembre. “C'è bisogno di una grande iniziativa e anche di una spesa che lo Stato deve affrontare – sottolinea - e c'è bisogno che si mobilitino, come stiamo già facendo, la Regione e i Comuni, avanzando progetti e coinvolgendo l'associazionismo di ogni tipo, quello culturale ma anche quello sportivo e aggregativo. Credo che dovremmo dare vita a un grande progetto di educazione e formazione, riavvolgendo il nastro di tutti i tagli che i vari Governi hanno fatto per ripartire bene e in modo diverso”.

In evidenza