Quer pasticciaccio strano di Costa San Giorgio: sul resort de luxe 5 stelle torna in scena il Difensore civico della Toscana

Non dev’esser parsa del tutto plausibile al dott. Andrea Vannini la risposta che la Direzione urbanistica del Comune di Firenze ha inviato a Idra, che chiedeva di poter vedere le proposte presentate al concorso internazionale di idee autogestito dal nuovo proprietario della ex Caserma “Vittorio Veneto”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2021 09:31
Quer pasticciaccio strano di Costa San Giorgio: sul resort de luxe 5 stelle torna in scena il Difensore civico della Toscana
Le aree interrate proposte nel sottosuolo del 'Poggio delle Rovinate'

Ma cominciamo dalla parte piena del bicchiere: la (mezza) buona notizia arrivata in queste ore ai cittadini irritati per l’alone di silenzio che percepiscono attorno a quel resort di lusso progettato fra Boboli e Belvedere. Nella lettera partita dai vertici di Urbanistica si legge testualmente: Con l’occasione è opportuno rammentare che residua comunque ancora la possibilità di presentare osservazioni, se pur fuori termine”.

Una notizia che merita di essere divulgata, dicono da Idra. E per questo si affrettano a segnalarla al presidente e ai gruppi del Consiglio comunale, ai presidenti della Commissione consiliare Urbanistica e del Quartiere 1, all’assessore all’Urbanistica e al sindaco del Comune di Firenze. E diramano un comunicato non dubitando, aggiungono con apparente ironia, che la libera stampa fiorentina – dimostratasi così assiduamente vigile in questi mesi sul caso di Costa San Giorgio – riserverà alla notizia lo spazio che merita”.

Ma il vero punto è un altro, e sta in quell’esortazione che il Difensore civico della Toscana ha notificato ieri alla Direzione urbanistica e al governo di Palazzo Vecchio: Per la parte riguardante le richieste ascrivibili a domande di accesso documentale […] dobbiamo invitare il Comune a riconsiderare la richiesta della Associazione IDRA del 16-10-2020, almeno per la parte ascrivibile alla domanda di accesso notificata ai controinteressati, a fronte della quale i medesimi non si sono opposti”!

Vediamo di cosa si tratta, seguendo la ricostruzione di questo “caso clamoroso” proposta dall’associazione fiorentina.

“Il 23 novembre scorso la Commissione urbanistica del Consiglio comunale di Firenze, che dovrà esprimersi su una variante che ha modificato radicalmente la destinazione d’uso della ex Caserma “Vittorio Veneto”, vasto complesso storico-architettonico incastonato fra Boboli e Forte Belvedere, ha ascoltato in audizione l’arch. Silvia Viviani, membro della giuria incaricata dalla proprietà di valutare le proposte formulate in un concorso internazionale la cui gestione, attraverso il Regolamento Urbanistico, il Comune di Firenze ha lasciato integralmente nelle mani del proponente privato.

Scopo dichiarato della procedura, si legge nel bando, quello di acquisire un concept urbanistico che “dovrà essere caratterizzato da un adeguato mix funzionale, dalla valorizzazione dei percorsi di collegamento del complesso con la città limitrofa - in particolare con il Giardino di Boboli e con il Forte Belvedere - e dallo sviluppo dei percorsi interni, del verde pubblico, degli spazi comuni”.

Dall’arch. Viviani si è appreso, fra i tanti altri dettagli forniti nel corso della lunga video-audizione (rimasta in rete poche ore, ma tempestivamente salvata e pubblicata da Idra), che quel percorso concorsuale ha portato “a produrre moltissimi tipi diversi di approfondimenti, di elaborati, di studi, di analisi, e di componenti progettuali”, tutte elaborazioni che sono state lasciate “nelle mani dell’Amministrazione”, che “ha fatto proprio tutto questo materiale” e “ne è diventata pienamente titolare”.

L’arch. Viviani ha aggiunto: “Se lo ricorda anche l’arch. Fanfani [direttore della Direzione urbanistica del Comune di Firenze, intervenuta anch’essa in audizione, ndr], io avevo proposto che in realtà a un certo punto nella raccolta degli esiti delle procedure concorsuali via via per questi patrimoni in città forse l’Amministrazione aprisse, come dire, uno spazio-archivio anche consultabile, perché i contributi che hanno dato i tanti professionisti che si sono misurati via via con queste procedure concorsuali sono contributi che sono piuttosto interessanti”.

E ancora, con palpabile compiacimento: “Davvero converrebbe fare un piccolo archivio che potrebbe poi un giorno – come dire - far parte della storia di questa città”.

Niente di più logico, allora, anche alla luce di una simile attestazione di piena trasparenza, che aspettarsi di poter visionare questo prezioso patrimonio progettuale, che ha visto concorrere ben sedici studi con proposte differenti su come utilizzare i 16.150 mq di superficie della ex Caserma “Vittorio Veneto”.

A chiedere la documentazione scaturita dall’adozione della procedura concorsuale Idra aveva già provveduto, del resto, lo scorso agosto, scrivendo agli indirizzi indicati sul portale web del concorso (http://www.excasermavittorioveneto.it/it/), senza ottenere risposte.

Dopo due mesi di attesa, a metà ottobre, Idra ha segnalato e documentato questa circostanza, chiedendo alla Direzione urbanistica di farsi possibilmente parte attiva presso la proprietà perché quella opportunità fosse garantita. Pochi giorni dopo, la Direzione comunicava di fatto ai controinteressati Pontevecchio SpA e Marzocco srl la richiesta di accesso dell’associazione ecologista. Ma, decorsi i termini di legge, anche qui, in assenza di riscontri, Idra è tornata a scrivere alla Direzione, a dicembre, incoraggiata anche dalle dichiarazioni dell’arch. Viviani in Commissione consiliare, chiedendo che esito avesse avuto l’istanza.

Quale sorpresa, dunque, nel leggere la risposta arrivata la settimana scorsa! Dopo mesi di attesa si è appreso infatti chenon risultano presentate opposizioni da parte dei controinteressati”, ma si è dovuto constatare anche che non risultava accordato il sospirato accesso alla documentazione richiesta, né si fornivano indicazioni su come ottenerla”.

Un esito che, abbiamo visto, ha suscitato evidentemente qualche perplessità anche presso il Difensore civico della Toscana, che l’associazione tiene a ringraziare “per il reiterato sostegno alla causa dell’informazione e della trasparenza”.

Perché tanto mistero – si chiede in conclusione Idra - attorno alle sedici diverse proposte di utilizzazione di quel prestigioso (e accattivante) bene architettonico in area Unesco che ha ospitato per decenni una Scuola di Sanità militare?

I cittadini lamentano il fatto che “l’intera vicenda procedurale di questa variante, talmente semplificata da essere stata liberata anche dall’incomodo di una procedura di valutazione ambientale strategica, non ha visto Palazzo Vecchio assumere iniziative informative proporzionate all’importanza dei valori storici, architettonici e paesaggistici in gioco.

Men che meno, procedure partecipative”.Motivi, questi, apparentemente di fondata preoccupazione. Ecco perché tornano a bussare alla porta delle istituzioni rappresentative: chiedono iniziative che promuovano dibattito, e possibilmente supportino la proposta di percorso partecipativo che l’associazione sta trasmettendo in questi giorni – annunciano - all'Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione, secondo le disposizioni della legge regionale 46 del 2013, che disciplina dibattito pubblico e promozione della partecipazione.

Teoricamente, non dovrebbero esserci ostacoli, se è vero che anche il Quartiere 1, al quale appartengono Boboli, Belvedere e Costa S. Giorgio, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione in cui gli Enti locali soggetti locali firmatari si impegnano a collaborare con l’Autorità: Anche quando non sono promotori dei processi partecipativi, gli enti locali mettono a disposizione dei processi partecipativi ammessi a sostegno regionale ai sensi della legge risorse proprie, in particolare la disponibilità di luoghi e locali per il loro svolgimento.

Vediamo allora come andrà a finire!

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