Protesta spurghisti a Firenze: traffico rallentato per i rischi sul servizio

La Toscana produce circa 270mila tonnellate all’anno di fanghi e incide per quasi il 10 per cento sul totale nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2018 16:49
Protesta spurghisti a Firenze: traffico rallentato per i rischi sul servizio

L'allarme lanciato dagli addetti ai lavori nei giorni scorsi è stato raccolto da alcune forze politiche che lo hanno rilanciato sul territorio. La protesta intanto è entrata nel vivo ed ha comportato una manifestazione in strada che ha visto il rallentamento del traffico urbano creato dai mezzi che da Novoli a Campo di Marte hanno attraversato il capoluogo a passo d'uomo.Il presidente del gruppo M5S Toscana, Giacomo Giannarelli è intervenuto in giornata “Finalmente nel Def, grazie all’iniziativa del ministro Sergio Costa, è stato introdotto il parametro soglia per gli idrocarburi che permetterà – nel rispetto di ambiente e salute - il riavvio della pratica di spargimento dei fanghi nei terreni agricoli. Per 25 anni il nostro Paese è stato privo di una normativa di riferimento: per questa ragione tribunali e procure hanno dovuto sopperire ai vuoti lasciati dalla politica.

Il nuovo corso che sarà inaugurato con l’iniziativa del governo permetterà un abbattimento dei costi legati al servizio. Da mesi insistiamo sull’argomento fanghi di depurazione civile anche in Consiglio regionale, tanto da aver presentato un’apposita mozione (approvata) e denunciato lo stato di emergenza. Sosteniamo l’appello di Cna Toscana e della Cispel: La Toscana produce circa 270mila tonnellate all’anno di fanghi e incide per quasi il 10 per cento sul totale nazionale, numeri che chiariscono più di ogni altra cosa le dimensioni del problema e l’urgenza nel dover investire in impianti industriali adeguati”.Il Consigliere regionale Paolo Marcheschi, che è stato il primo, a luglio, ad aver sollevato la questione degli Autospurgo in Consiglio regionale e chiesto, con un question time, un’ordinanza urgente a Rossi, commenta così la protesta pacifica messa in atto dagli Autospurghisti oggi a Firenze.

“La notizia della chiusura agli extra flussi della “Gida” di Prato è stata per gli autospurghisti la goccia che ha fatto traboccare il vaso –dichiara Marcheschi– Già venerdì. durante il mio incontro con il portavoce provinciale di Firenze della CNA Fita Autospurgo, mi era stato detto che, dai primi di settembre dal punto di vista lavorativo la situazione era drammatica. In molti operatori sono stati costretti a ridurre lo svuotamento dei pozzi e a dilazionare il lavoro, ma da questa settimana in molti saranno costretti a rimanere chiusi.

Dal punto di vista economico un disastro e dal punto di vista ambientale un’emergenza. Martedì prossimo presenterò al Consiglio regionale la mozione per impegnare Rossi ad attivarsi su quattro proposte concrete avanzate dagli operatori: L’integrazione nell’ordinanza già emanata del numero degli impianti che possono ricevere gli extraflusso di liquami (come ad es. Gida), perché altrimenti non ci saranno più impianti di depurazione nel nostro territorio che ritireranno i liquami.

Rischiamo una paralisi totale del servizio; Prolungare i tempi della deroga all’emergenza come è stato fatto da subito in altre regioni, quali la Lombardia; Accelerare i tempi burocratici per le autorizzazioni del ritiro dei fanghi nei quattro impianti regionali elencati nell’ordinanza di Rossi ad agosto; Censire gli impianti di depurazione del servizio idrico integrato che potrebbero essere riattivati per poter smaltire in prossimità i liquami prodotti dallo svuotamento delle fosse biologiche.

Questi impianti esistono, a quanto mo viene riferito, quindi perché non sono in funzione?  Marcheschi attacca la Giunta per l’inefficacia dell’ordinanza emanata ad agosto. “Ormai è evidente a tutti, nonostante l’emergenza di un servizio di pubblica utilità come quello degli spurghi, che Rossi e l’assessore Fratoni sono stati incapaci di proporre soluzioni concrete e di buon senso, come invece hanno fatto altre regioni, quali Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, che in questi anni si sono dotati di un sistema di smaltimento liquami e fanghi derivati, idoneo a renderle autonome.

E’ dal 2014, da quando praticamente si è sancito il non utilizzo in agricoltura dei fanghi, che la Toscana è consapevole della necessità di impianti per smaltire in prossimità, in sicurezza e con minori costi ambientali ed economici, anche per i cittadini toscani. Questa situazione era prevedibile da tempo. In questi anni, il 70% dei fanghi, risultati dal trattamento dei liquami dei pozzi neri in Toscana, sono stati portati fuori regione, in Lombardia, adesso però che questa ha chiuso le porte, la Toscana è in emergenza.

La Giunta regionale ha responsabilità dirette -continua Marcheschi- deve smettere di rimpallarsi le competenze con il Governo nazionale, che certamente deve modificare la normativa, integrandola, ma adesso è tempo di pensare alla Toscana. 

"In Toscana è ormai emergenza smaltimento dei fanghi da depurazione. Le ragioni della protesta delle aziende di spurgo toscane sono quelle delle quali si discute da mesi, senza che sia stato preso nessun provvedimento risolutivo per risolvere la questione che mette a rischio l'attività delle 175 ditte di un settore che dà lavoro a 3mila persone. La Regione individui immediatamente siti dove effettuare lo stoccaggio temporaneo o definitivo" afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia), a seguito della protesta della categoria. "I fanghi da depurazione - ricorda Stella - devono essere per legge inviati in centri specializzati o bruciati negli inceneritori, a causa di una recente sentenza del Tar della Lombardia che vieta lo spandimento di questi materiali nei terreni agricoli.

La situazione resta bloccata e anche l'ordinanza urgente firmata ad agosto dal Governatore Enrico Rossi non ha risolto la situazione. Senza contare che per i privati sarà molto difficile riuscire a farsi vuotare i pozzi neri, visto che il poco posto disponibile dovrà essere riservato prioritariamente a ospedali, scuole e luoghi pubblici. E' urgente quindi che la Regione individui siti e discariche per accogliere i liquami".

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