Negozi sempre aperti, in Toscana aumenta il precariato, non le vendite

Presentata, nelle commissioni Attività produttive ed Emergenza occupazionale, la relazione finale dell’indagine sugli effetti del decreto “Salva Italia”

Antonio
Antonio Lenoci
10 aprile 2014 14:21
Negozi sempre aperti, in Toscana aumenta il precariato, non le vendite

Sette giorni su sette a disposizione dei clienti che così comprano di più. Questa la logica commerciale che avrebbe dovuto far esplodere il mercato mettendo in fibrillazione i compratori h24, e che non ha molto convinto i commessi dei negozi ed alcuni sindacalisti legati alla tradizionale chiusura settimanale.Domenica 7 ottobre 2012, nel piazzale de I Gigli di Campi Bisenzio venne organizzato un grande sit-in per protestare contro il decreto che liberalizzava le aperture nel settore del commercio.

Di certo c'è che questa 'pratica commerciale' ha incrementato tipologie di contratto diverse, "spesso molto precarie e basate sul basso livello di professionalità richiesto e su un’estrema flessibilità" stando all'inchiesta svolta a livello regionale. Materiale sul quale riflettere in tempo di crisi.

 Come sono cambiate le condizioni di lavoro dei dipendenti della grande distribuzione in Toscana, a seguito del decreto “Salva Italia” che ha liberalizzato le aperture? Rispondere è l’obiettivo di un’indagine realizzata congiuntamente dalla commissione Sviluppo economico e dalla commissione per l’Emergenza occupazionale, la cui relazione finale è stata presentata stamani durante la seduta congiunta delle Commissioni, presiedute da Rosanna Pugnalini Paolo Marini.

L’indagine è partita nell’aprile del 2013, alla luce delle numerose manifestazioni di disagio e di difficoltà giunte da molti lavoratori toscani del settore. Le Commissioni coordinate da Ivan Ferrucci, hanno svolto numerosi incontri, audizioni di addetti ai lavori, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, associazioni di consumatori e imprenditori, effettuato interviste e distribuito questionari, avvalendosi anche di dati statistici disponibili e di uno specifico studio condotto per l’occasione dall’Irpet.

Il risultato: i “lavoratori della domenica” sono un fenomeno che sta modificando le abitudini di vita delle famiglie, oltre che i rapporti di lavoro; cambiano le abitudini all’acquisto e, di conseguenza, l’organizzazione dei centri commerciali e la rete di servizi che ruota attorno ad essi.

Come ha spiegato Ferrucci, è emerso che l’apertura degli esercizi commerciali sette giorni su sette ha incrementato tipologie di contratto diverse, spesso molto precarie, probabilmente per rispondere alla domanda: "Chi viene domenica in turno?". Figure professionali basate su un basso livello di professionalità. Richiesta, ovviamente, estrema flessibilità. "Necessario un intervento a livello di legislatore nazionale - è spiegato nella relazione - ma ciò non esime il legislatore regionale dal poter utilizzare tutti i propri strumenti disponibili per un’armonizzazione del sistema e di sostegno alle condizioni lavorative e alle imprese".

Almeno il risultato economico è stato raggiunto?Stando ai risultati dello studio Irpet, emerge che "le aperture domenicali non sono state di fatto una sollecitazione ai consumi".  Cosa hanno prodotto allora? "Hanno prodotto in alcuni casi l’aumento dei costi fissi e indiretti"Altro punto dolente, i trasporti. I centri commerciali sono spesso esterni all'area urbana.

Utenti ma anche lavoratori devono poterli raggiungere agilmente; così come c’è necessità di servizi, ora assenti, per quelle famiglie che devono organizzarsi per recarsi a lavoro nei giorni festivi."Mi auguro anche che il prossimo governo possa e voglia ristabilire un minimo di regole sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, condivise con le Regioni, gli enti locali e con le associazioni di categoria" a dirlo era il presidente della Regione Toscana,. Enrico Rossi, nel marzo 2013 dopo aver incontrato il Movimento "Domenica no grazie" che lamentavano una perdita di diritti lavorativi e l'aumento dei prezzi senza conseguire aumento delle vendite.

In evidenza