Mukki, Stella (FI): “Referendum per chiedere ai fiorentini se vogliono vendere l’azienda”

Bambagioni (PD): «Proprio il grande interesse che si è manifestato intorno alla Centrale del Latte conferma il suo valore e quanto l’idea di vendere sia assurda. Meglio la public company»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2015 21:55
Mukki, Stella (FI): “Referendum per chiedere ai fiorentini se vogliono vendere l’azienda”

“Sono pronto anche a raccogliere le firme per fare un referendum, chiediamo ai fiorentini se vogliono vendere la Mukki. La società non appartiene a nessun politico ma alla città e ai fiorentini, prima di vendere chiediamo se i fiorentini sono d’accordo”. Questa la dichiarazione del capogruppo di forza Italia Marco Stella. “La vendita di Mukki è un errore – ha aggiunto l’esponente azzurro –. Si vendono le partecipate che non funzionano e che rappresentano una rimessa per l'amministrazione; Mukki al contrario è un'eccellenza della nostra città, un gioiello di azienda che rappresenta anche un importante patrimonio culturale.

Siamo tutti cresciuti bevendo il latte Mukki, e il Comune di Firenze ha fatto un grande investimento per realizzare la nuova centrale, un investimento che ha portato ottimi risultati, è assurdo pensare di gettare via adesso questo patrimonio. Dobbiamo dire grazie all’intuizione del sindaco Giorgio La Pira se la Centrale del latte è nata, non possiamo venderla”. “Mukki oggi ha al suo interno 170 lavoratori, ma fa lavorare un indotto rappresentato da mille-millecinquecento persone, realtà che fanno parte di una filiera tutta toscana che abbiamo il dovere di tutelare – ha aggiunto il capogruppo –.

Dopo anni di crisi che hanno messo in ginocchio la nostra economia, ad essere vendute dovrebbero essere le spa che rappresentano una zavorra per le casse del Comune, non una realtà come Mukki, su cui il Comune dovrebbe al contrario investire. Ci auguriamo che questo processo si interrompa, perché se gli enti pubblici porteranno in fondo la privatizzazione cosa succederà ai 170 lavoratori, cosa agli agricoltori toscani?”. “Così com'è oggi, Mukki ha un valore sociale; non è semplicemente una spa che divide i suoi utili tra gli azionisti, ma un'azienda virtuosa che li condivide con gli agricoltori, permettendo crescita e benessere per l'economia della nostra città e della nostra regione.

Ci domandiamo a cosa e soprattutto a chi convenga vendere” ha concluso Stella.«Mukki Latte è un’azienda che funziona, che ha i bilanci in attivo, che ha attirato l’interesse di molti. Perché Firenze e la Toscana dovrebbero privarsi di questa enorme risorsa? Meglio la public company». Commenta così Paolo Bambagioni, consigliere regionale (PD) ed ex presidente dell’azienda, i continui sviluppi sulla vicenda della Centrale del Latte di Firenze e della vendita delle sue quote. «Granarolo, Alival, Parmalat, Centrale del Latte di Torino, solo per citarne alcuni: ogni giorno Mukki Latte ha un nuovo pretendente.

Credo che proprio il grande interesse che si è manifestato intorno alla Centrale del Latte di Firenze sia la conferma del valore di questa azienda e dell’appetibilità del mercato toscano: una dimostrazione tangibile di quanto l’idea di vendere sia assurda». «Tra le varie ipotesi in campo, io appoggio l’idea della public company, la stessa votata dal consiglio regionale pochi giorni fa. Un modello di società che prevede che le quote vendute dai Comuni vengano acquistate da produttori, clienti e altri operatori.

A mio avviso si tratta dell’unica soluzione che dà garanzie per il mantenimento della filiera del latte toscano e la tutela del ruolo degli allevatori».

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