Infermiera assassina: gli psicologi in campo per spiegare i tragici fatti di Piombino

Stress da corsia, per le professioni a elevato rischio sanitario necessario il sostegno dello psicologo. Lo psichiatra Cucchi: “Fausta Bonino ha agito in preda a un delirio di onnipotenza”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 aprile 2016 19:12
Infermiera assassina: gli psicologi in campo per spiegare i tragici fatti di Piombino

Ha scosso anche l'ambiente scientifico l’incredibile storia dell’infermiera killer Fausta Bonino, arrestata dal Nas dei carabinieri con l'accusa di omicidio volontario di 13 pazienti ricoverati nell'ospedale di Piombino.

Garantire la tutela della salute psicologica degli operatori significa salvaguardare la salute dei pazienti. Un supporto psicologico, infatti, è fondamentale per la gestione delle emozioni che possono travolgere gli infermieri che quotidianamente si trovano di fronte a sofferenze, disabilità fino alla morte di persone che assistono. A sottolinearlo, alla luce dei fatti di Piombino, il presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Lauro Mengheri e il presidente del Collegio Ipasvi di Firenze Danilo Massai da settembre scorso, che hanno siglato un protocollo per l’apertura di sportelli di aiuto per il sostegno individuale e il rischio di burn-out, il disagio emotivo dovuto ad un periodo di elevato stress, sintomi di tipo ansioso e psicosomatici, sintomi depressivi, problemi nella sfera delle relazioni lavorative.

L’infermiera coinvolta, infatti, non può essere considerata rappresentativa di tutta la professione infermieristica e dei suoi esercenti che sono solidamente impegnarti a salvaguardare e assistere la salute dei cittadini.

«La psicologia – spiega Lauro Mengheri - è al fianco di tutti gli operatori e dei pazienti del Sistema Sanitario Regionale Toscano nel tutelare, promuovere e sviluppare la salute psicologica dei singoli pazienti e nel ridurre il rischio da stress lavoro-correlato (SLC), incluso nel Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi, D.Lgs 81/08. Il contesto sanitario è uno degli ambienti di lavoro più complessi in termini di richieste lavorative nei confronti del lavoratori, che vede il ruolo centrale del paziente nel sistema sanità e gli operatori che lavorano costantemente a contatto con potenti fattori di rischio come la sofferenza e la morte di chi sono chiamati ad aiutare.

Occorre comprendere i meccanismi che possono portare a un ribaltamento di questo ruolo, da operatore che dovrebbe aiutare il paziente a persona che diventa essa stessa bisognosa di auto, e prevenire conseguenze così drammatiche come quelle che ci riportano i fatti di cronaca. Lo Psicologo è il professionista qualificato per lavorare in un’ottica di prevenzione delle situazioni di criticità relazionale a sostegno di un maggiore benessere collettivo». «Gli infermieri - aggiunge Danilo Massai - sono soggetti a sostenere turnazioni di lavoro che spesso incidono sulle dinamiche di vita propria e delle loro famiglie e, nel contempo, impegnati ad acquisire competenze per garantire un'assistenza sempre migliore in termini di qualità e di sicurezza per i cittadini utenti».

Lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milanoanalizza il profilo dal punto di vista psicologico dell’infermiera di origine piemontese: “La letteratura scientifica forense parla di “Angeli della morte”, individui che uccidono in modo seriale le persone che assistono professionamente, come medici o paramedici – spiega Michele Cucchi – Anche questa donna sembra avere un profilo che si può trovare in questa tipologia di serial killer.

Una storia clinica personale di problemi psichici complessi che iniziano presto in gioventù e che spesso si caratterizzano per un'alternanza di eccessi d’insicurezza e gesti di onnipotenza, proprio a voler mitigare quella sensazione di fragilità che la contraddstingue”. “E’ interessante che infermieri o medici che esercitano da una vita solo ad un certo punto diventino assassini seriali particolarmente avidi di vittime – continua Cucchi – Visto la frequenza con cui poi agiscono, come se fossero "drogati" dalla sensazione che l'agito criminoso genera in loro.

Queste persone agiscono sulla base di una fame emotiva di ciò che l'onnipontenza di questo crimine gli dà. Solo in taluni casi sono dei professionisti seriali, alienati, che studiano nel dettaglio il piano e che agiscono come veri predatori a sangue freddo”. “La donna in questione sembra, dalle descrizioni, bella ed indifferente: racconta e fa cose eclatanti nella totale indifferenza emotiva – conclude lo psichiatra – Questa è una caratteristica in buona parte dell'isteria, fenomeno che si caratterizza per una mancanza della capacità di vivere le emozioni, sentirle nel bene e nel male, utilizzarle come strumento sociale.

Sono persone che somatizzano i propri sentimenti, che faticano a parlarne, e che spesso hanno sintomi fisici senza una vera causa organica. Ricercano un ruolo per avere un riconoscimento, sempre mancato, dagli altri. In questi casi la depressione e l'abuso di alcool sono conseguenze della struttura di personalità, raramente la depressione è primaria e l'abuso scorporato da altri tratti personologici dominanti”.

Sportello d’ascolto per infermieri

Possono accedere allo sportello d’ascolto tutti gli infermieri iscritti al Collegio Ipasvi di Firenze. I primi due incontri hanno lo scopo di raccogliere la richiesta dell’utente, fare una prima analisi delle domande e individuare la necessità o meno d’intraprendere un percorso individualizzato di durata variabile in base alle esigenze. L’Opt (Ordine degli Psicologi) ha fornito a Ipasvi una lista di professionisti che hanno aderito alla convenzione in modo che sia il singolo infermiere a scegliere il professionista.

I primi due incontri, della durata di 50 minuti ciascuno, si tengono (per tutelare la privacy e facilitare la libertà dell’infermiere di affidarsi al meglio al professionista) presso gli studi privati degli psicologi aderenti alla convenzione all’interno del singolo distretto territoriale. I singoli distretti territoriali all’interno della provincia di Firenze interessati dalla convenzione sono Firenze, Empolese, Valdelsa (Fiorentina), Chianti fiorentino, Valdarno superiore, Valdisieve e Mugello.

Qualora l’infermiere ritenesse opportuno proseguire il percorso di sostegno psicologico o intraprendere una psicoterapia, continuerà a recarsi allo studio privato del professionista.

Incontri di gruppo

Altra opportunità quella offerta dagli incontri di gruppo dell’equipe professionale, da un minimo di 3 persone ad un massimo di 7, supervisionata dallo psicologo che opera nello stesso ambiente lavorativo Possono accedere al servizio tutti gli infermieri iscritti al Collegio Ipasvi di Firenze. I temi della supervisione riguardano le dinamiche e criticità relazionali fra colleghi ed altri professionisti (medici, fisioterapisti, ostetriche, Oss), le dinamiche e criticità relazionali con i pazienti, le dinamiche professionali e criticità con i familiari dei pazienti. La supervisione non riguarda gli aspetti tecnici e clinici della pratica infermieristica. Ogni incontro ha la durata di due ore.

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