Immigrazione: popolazione straniera stabile in Toscana

Sono quasi 24 mila gli operati agricoli: un prodotto su due è raccolto da mani straniere in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2024 17:44
Immigrazione: popolazione straniera stabile in Toscana

Il Mediterraneo centrale è ancora una volta lo scenario di una tremenda tragedia, che ha coinvolto una bambina di appena 15 mesi, che aveva intrapreso un viaggio alla ricerca di un futuro migliore insieme ai suoi cari, che risulta dispersa, sottolinea Save the children l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro. In base a quanto riportato, la piccola risulta dispersa in seguito al naufragio avvenuto davanti alle coste di Lampedusa.

In base agli ultimi dati disponibili, dall’inizio dell’anno sarebbero 367 i morti o dispersi nella rotta del Mediterraneo centrale. Sono ormai anni che queste tragedie continuano a ripetersi, ma Save the Children sottolinea che è arrivato il momento di un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa e dell’Italia affinché mettano finalmente al primo posto la vita delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie. Secondo l’Organizzazione, inoltre, è fondamentale attivare un sistema europeo di ricerca e soccorso in mare, aprire vie legali di accesso, nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari, aprire corridoi umanitari e di evacuazione per le persone in fuga.

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"Il numero dei cittadini stranieri residenti in Italia si è assestato, nell’ultimo quinquennio, sui 5 milioni, mentre sono saliti a quasi 6 milioni gli italiani residenti all’estero. È una stabilità, quella delle presenze straniere in Italia, che ridimensiona la retorica dell’invasione e che, allo stesso tempo, è il risultato di dinamiche interne legate ai trasferimenti da e per l’estero, alle nascite, ai decessi, nonché alle acquisizioni della cittadinanza italiana". E' quanto si legge nel Dossier Statistico Immigrazione 2023, presentato ieri a Santa Croce sull'Arno, nell'ambito del progetto DiverCity, promosso dall'Associazione Arturo.

La presentazione è stata accompagnata dagli interventi di esperti e associazioni impegnate nell’accoglienza. Dopo i saluti istituzionali di Nada Braccini, assessore alla coesione sociale del Comune di Santa Croce sull’Arno, ha preso la parola Francesco Paletti, della Caritas di Pisa e della redazione Dossier Statistico Toscana. “La popolazione straniera in Toscana, da un po’ di anni, si attesta costantemente attorno alle 400 mila persone regolarmente soggiornanti - ha detto Paletti - ma occorre tenere di conto dell’effetto delle nuove acquisizioni di cittadinanza, cioè degli stranieri che diventano cittadini italiani”.

Il Dossier, nel rapporto dedicato alla Toscana, indica infatti in 10.609 le persone straniere che nella regione, nel corso del 2022, hanno maturato i requisiti per la cittadinanza italiana. “E’ soprattutto questo fenomeno - si legge nel dossier - spia di un crescente radicamento delle comunità straniere sul territorio, che nel 2022 ha frenato la crescita degli immigrati ‘toscani’ che, altrimenti, sarebbe stata più rilevante (+2,7%) per quanto comunque, lontanissima dagli incrementi a doppia cifra registrati nel primo decennio del secolo”.

“La Toscana era e rimane una delle grandi regioni d’immigrazione d’Italia - ha aggiunto Paletti- dove un residente su dieci è un immigrato, una percentuale maggiore rispetto alla media italiana, che si attesta attorno all’8%. Per fare un paragone, in Toscana l’incidenza di cittadini stranieri è pari più o meno a quella della Germania”.

“I dati del dossier lo dicono chiaro: esiste una segregazione professionale dei lavoratori migranti, che sono sempre i lavoratori più poveri, quelli che svolgono i lavori più faticosi e rischiosi - dice Gessica Beneforti, segretaria della CGIL Toscana - ce lo dice, purtroppo, anche la recente strage di via Mariti a Firenze. Ma esiste anche una segregazione che riguarda le donne, spesso impegnate solo nel lavoro di cura e poco occupate. Questo è un tema che ci deve riguardare, perché il lavoro per le donne è uno strumento di emancipazione ed la più potente arma di prevenzione contro la violenza”.

Franco Doni, direttore della Società della salute dell’Empolese-Valdarno-Valdelsa ha illustrato come sono organizzati gli sportelli all’immigrazione, che hanno circa 5 mila utenti l’anno, e ha inquadrato le criticità che gli immigrati incontrano nell’accedere al mercato della casa e ad alcuni servizi socio-sanitari.

“Siamo di fronte ad una aggressione ai poveri - ha detto Don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza - perché le scelte che vengono fatte, da alcuni anni a questa parte, mirano in modo diretto e voluto ad impedire il soccorso ai poveri nel Mediterraneeo, ad impedire le azioni di accoglienza e integrazione. C’è una volontà ben precisa di rendere sempre più marginale e esasperata questa popolazione, questa umanità, perché si crei sempre di più un concetto di paura e di allarme che porti consenso elettorale. E’ una premeditazione politica ipocrita fatta sulla pelle della povera gente”.

“Il dossier non è soltanto statistica per noi che lavoriamo nelle associazioni legate all’immigrazione- ha detto Abdu Lettif Sall, segretario della Comunità senegalese di Santa Croce - ma anche un punto di riferimento che ci permette di orientare i nostri associati e informarli meglio su tutte una serie di tematiche come la casa o il lavoro. Ma la criticità più grande che incontrano gli immigrati è quella dei documenti, del permesso di soggiorno per stare in Italia legalmente. Se il permesso scade per il capo famiglia, scade per tutta la famiglia, con ripercussioni sulla scuola, sulla casa e sul lavoro. Non avere una stabilità è la principale fonte di problemi che un cittadino straniero si trova a dover risolvere”.

IN ARRIVO 10 MILA LAVORATORI STAGIONALI CON CLICK DAY

Al via le procedure per far arrivare in Toscana 10 mila lavoratori stagionali extracomunitari il cui apporto è fondamentale per i primati del Made in Tuscany a tavola ma anche per molti altri comparti, dal turismo alla ristorazione. Un prodotto agricolo su due è infatti raccolto da mani straniere garantendo una forza lavoro indispensabile in una regione dove la carenza di manodopera è diventata una emergenza strutturale. Sono quasi 24 mila i lavoratori provenienti da tutto il mondo che hanno trovato regolarmente occupazione nelle aziende agricole toscane assicurando circa 3 milioni di giornate di lavoro. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti Toscana in vista del Click Day il 25 marzo per l’ingresso in Italia di 89.050 lavoratori subordinati stagionali con contratti fino a 9 mesi.

“Si tratta di una forza lavoro importante per sopperire alla mancanza di manodopera soprattutto durante le fasi della raccolta della frutta, del vino e dell’olio ma anche nella zootecnica e negli agriturismi dove si fatica a trovare personale. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana - Il lavoro c’è, mancano le mani ed i cervelli. In questo senso è importante affrontare il tema della disponibilità di lavoratori con una gestione dei flussi più efficiente ed allineata con le esigenze delle imprese che devono attendere molti mesi prima di poter contare sui lavoratori stagionali richiesti attraverso il decreto flussi”.

Nelle campagne servono – sottolinea Coldiretti Toscana – non solo addetti alla raccolta per le verdure, la frutta e la vendemmia ma anche figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori. Non vanno dimenticati poi – continua Coldiretti Toscana – i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

Quasi un’azienda agricola su due (41%) si trova o si è trovata in carenza di manodopera mentre il 53% fa ricorso ai lavoratori stranieri soprattutto nel periodo primaverile ed estivo secondo l’indagine conoscitiva “Gli immigrati e l’agricoltura nella Regione Toscana” realizzata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. La durata del rapporto di lavoro per le aziende che hanno fatto ricorso a manodopera non italiana e? di almeno 6 mesi (fino ad un anno) nel 44% dei casi, tra 3 - 6 mesi nel 31%, tra 1 e 3 mesi nell’11%.

Meno di un mese per l’8%. – prosegue Coldiretti Toscana - Un dato spiegabile con la stagionalità? del lavoro agricolo salvo in quei casi neanche troppo minoritari in cui l’impresa e? gestita insieme a immigrati presenti da tempo in Italia e fidelizzati presso le aziende che affidano ruoli della durata maggiore di 6 mesi. La forma contrattuale a tempo determinato è la più comune (66%).

Tutte le domande – precisa Coldiretti Toscana – possono essere presentate fino al 31 dicembre in base alla disponibilità delle quote. I Paesi che hanno sottoscritto l’accordo sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Corea del Sud, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina. 

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