Fp Cgil contesta l'aumento del contributo alle Rsa senza contropartita

Fp-Cisl: "La Regione intervenga"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 settembre 2023 16:02
Fp Cgil contesta l'aumento del contributo alle Rsa senza contropartita

Firenze, 2-9-2023 - Era necessario aumentare la quota di finanziamento per posto letto nelle RSA, l’aumento di fatto è di 6 euro poiché c’era stato un “ritocchino” di 0,90 centesimi a carico del sistema sanitario a fronte di una richiesta di 10 euro che facevano i gestori.

“Come CGIL FP Siamo sempre stati convinti che le quote fossero da rivalutare, casomai insieme anche alla quota Sociale a carico dei Comuni (i grandi assenti nel dibattito). Sarà interessante capire anche se i gestori e la politica ora sono d’accordo su quanti sono i posti letto da moltiplicare per l’aumento, visto la querelle apertasi durante la pandemia -dichiara Bruno Pacini, Segretario Regionale FP CGIL Toscana- E forse la spinta è venuta dalla vertenza legale che alcuni gestori hanno intrapreso per l’adeguamento delle quote ISTAT che la Regione non gli riconosceva dal 2012 (senza fare i conti in tasca a nessuno, vista la vittoria in sede legale, i gestori potranno contare su più risorse e applicare così pienamente i Contratti di lavoro).

Ma a questo punto sul piano delle risorse sarà utile capire se sono risorse aggiuntive stanziate dal Consiglio Regionale o se le ASL dovranno ricavarle con economie dai loro bilanci. Nelle ASL Toscane sono in atto tagli al personale diretto draconiani visto l’effetto a caduta dei tagli al finanziamento del SSN da parte del Governo, e così se la Regione non aumenterà la tassazione regionale l’effetto di calo di qualità e quantità di servizi sarà ancora più rapido. L’alternativa sarà spostare i servizi verso il privato che agisce come sempre sul contenimento del costo del lavoro.

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A questo punto del dibattito politico sul salario minimo (molti lavoratori nel terzo settore hanno paghe orarie al di sotto dei famosi 9 Euro indicati dalla Professoressa Fornero), sarebbe stato essenziale che gli assessorati e il Presidente imponessero come prevede la norma Toscana (DGRT 995 2016 allegato A) il rispetto del CCNL di riferimento e degli accordi integrativi regionali sottoscritti; proprio mentre questo adeguamento veniva fatto, invece, su questo tema la timidezza della parte pubblica nel controllo e nel richiamo al rispetto di queste regole continua a caratterizzare il settore, dove il lavoro povero è la regola.

Evidenziamo a questo proposito che tra i sottoscrittori del protocollo Toscano c’è chi adotta i Contratti separati, è il caso di ANASTE, oppure AIOP RSA (sciopero nazionale unitario il 27 settembre), e anche se non sono interessati a questo finanziamento in questo momento è scandaloso il comportamento delle associazioni delle Misericordie (sciopero nazionale unitario il 2 ottobre) che impediscono il rinnovo del loro Contratto perché richiedono maggiori finanziamenti; anche qui la politica non si fa carico come committente di giocare un ruolo regolatorio e di confronto, ci sarà da aspettarsi anche qui un rifinanziamento casomai senza contropartite.

Invece la contropartita la incassano sempre i gestori, da parte della politica, rispetto allo smantellamento della Formazione del Personale OSS, che passa ad un sistema privatizzato. Si perde così qualità e trasparenza nella formazione: fatta direttamente dal Sistema Sanitario Toscano garantisce omogeneità di qualità formativa del personale; invece di aumentare il sistema della formazione pubblica anche nella quantità di offerta dei posti, viene invece privatizzata.

Il 7 ottobre faremo una manifestazione nazionale a Roma contro questo tipo di politiche governative, col pensiero saremo anche davanti Piazza Duomo a Firenze, e poi troveremo una data ad hoc”.

“Molte RSA in Toscana applicano contratti di lavoro non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Strutture regolarmente accreditate dalla Regione, che operano indisturbate su tutto il territorio toscano. Per far sì che non esista più il ‘lavoro povero’ di cui anche la politica parla tanto, si può partire da qui.” A denunciarlo sono Mauro Giuliattini, responsabile della Fp-Cisl Toscana e Andrea Nerini, che per la Fp-Cisl segue il settore.La Cisl Funzione Pubblica Toscana chiede pertanto alla Regione Toscana:  “Maggiori controlli sugli accreditamenti in essere e maggiore vigilanza sulle RSA al fine di individuare le strutture accreditate che non applicano alle lavoratrici ed ai lavoratori CCNL firmati dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative”.

“Parliamo – continuano Giuliattini e Nerini – di ‘contratti pirata’ che danno facoltà al datore di lavoro di licenziare i lavoratori dopo 140 giorni di malattia in tre anni, che non erogano l’indennità di malattia al 100%, che non riconoscono ai lavoratori nessuna indennità per carenza o integrazione a partire dal 5° evento di malattia nell’anno”.

“Chiediamo – aggiungono i due sindacalisti Fp-Cisl - che in tutte le RSA toscane si applichino CCNL firmati dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative. Per questo invitiamo la Regione Toscana, che con grande senso di responsabilità si è sempre dimostrata sensibile ai diritti dei lavoratori, ad attivare tempestivamente tavoli di confronto con la Fp-Cisl e le altre organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, al fine di intervenire su queste RSA e arginare un sistema di dumping contrattuale che si è diffuso e radicato negli anni.”

“Altre regioni, ad esempio Liguria e Piemonte, sono già intervenute per fronteggiare l’applicazione nelle RSA accreditate, contratti non firmati da sigle sindacali di comodo e non rappresentative” concludono Giuliattini e Nerini.

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