Firenze Le Cure: un pino blocca la strada, residenti lo vogliono abbattere

"Da 5 anni un pino blocca una strada strategica" insorgono i cittadini dell'area che subirà prossimamente una riqualificazione completa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2016 17:58
Firenze Le Cure: un pino blocca la strada, residenti lo vogliono abbattere

Ci sarebbe stata "una valanga di adesioni" al Comitato che in una lettera aperta al Comune ha chiesto l'apertura di via Calandrino. Di “Inerzia sbalorditiva dell’Amministrazione" parlano i residenti che aggiungono "Niente giustifica ulteriori ritardi”.Cosa è accaduto nell'isola felice che incrocia via Faentina ed il Torrente Mugnone, tra Fiesole e la Ferrovia? Un pino, colpa delle sue robuste radici, ha creato una gobba nell'asfalto e l'Amministrazione ha chiuso una strada.

Questo è accaduto 5 anni fa."Per quanto piccola, via Calandrino è una strada strategica. Eppure da ormai cinque anni è chiusa al traffico a causa di una gobba nell’asfalto provocata dalle radici di un pino del giardino della scuola media Calvino all’angolo con via Maffei. Stanchi di questa situazione paradossale fonte di ingorghi del traffico, perdite di tempo, sprechi di benzina e ulteriore inquinamento, i residenti delle Cure hanno dato vita a un Comitato di protesta che si arricchisce ogni giorno di nuove adesioni, ormai centinaia" raccontano i residenti dell'area che sarà presto oggetto di una profonda riqualificazione dal mercato coperto al sottopasso alle aiuole e parcheggi.

 I cittadini hanno inviato al presidente Pierguidi, al sindaco Nardella, all’assessore all’Ambiente Bettini e a quello alla Viabilità e Lavori Pubblici Giorgetti una lettera aperta la cui sostanza è così riassumibile: "non un minuto di più".

“E’ sbalorditivo, assolutamente incomprensibile - spiega il professor Giorgio Ragazzini, coordinatore del Comitato - che in questi 5 anni non sia stata presa l’unica decisione possibile: tagliare quell’albero e risistemare quei due metri quadrati di strada. Purtroppo il Comune ha fin qui scelto di ignorare il problema malgrado tutta la sua evidenza sottolineata anche da articoli di stampa. Adesso, però, non è possibile indugiare oltre”.

Si legge nella lettera, “non può esserci alcun motivo, né economico né naturalistico (la salvezza di un pino), per rinviare ulteriormente, anche di un solo giorno, la decisione di restituire al quartiere un percorso alternativo, essenziale per molti residenti, alla trafficatissima via Madonna della Querce, in cui sono aumentate code e inquinamento”.

"Via Calandrino è vitale per le centinaia di famiglie che vivono, lavorano e studiano oltre il Mugnone, un’area oggi quasi irraggiungibile se non a costo di penose gimkane nel labirinto dei sensi unici. Ulteriori ritardi, non sarebbero giustificabili. Quando piccoli problemi che sono davanti agli occhi di tutti (a volte più di quelli grandi) restano irrisolti per anni, si rischia infatti di ricavarne un’impressione di impotenza (o di inefficienza), che a sua volta, oltre alla sfiducia verso singoli amministratori, può generare sfiducia nella stessa democrazia. Signori Amministratori, con tutto il rispetto vi ricordiamo che vi abbiamo eletti per decidere” conclude la missiva indirizzata al Comune e destinata all'abbattimento immediato del pino della discordia.

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