Energia idroelettrica, la Provincia è morta senza accendere la luce

​L'efficienza energetica coinvolge oggi circa 300 mila aziende e circa 3 milioni di occupati

Antonio
Antonio Lenoci
06 ottobre 2014 15:49
Energia idroelettrica, la Provincia è morta senza accendere la luce

Negli anni '90 alcuni privati si sono attivati in provincia di Firenze per chiedere di poter sfruttare i 'salti' dell'Arno al fine di produrre energia elettrica. Con il medesimo principio dei mulini, sfruttando la quasi sconosciuta potenzialità delle turbine idroelettriche, si poteva generare elettricità domestica. Quando nel 2006 i procedimenti amministrativi di concessione arrivano finalmente all'assegnazione, l'allora Presidente provinciale, Matteo Renzi, ha l'idea di accorpare tutte le concessioni in un unico bando pubblico da assegnare con il procedimento del Project financing. Al termine del contratto, questo forse l'obiettivo di Renzi, la proprietà privata delle infrastrutture idroelettriche sarebbe passata alla Provincia.

Sono passati 24 anni, è morta la Provincia, e non si è accesa neppure una lampadina.Scriveva il Direttore di Nove da Firenze, Nicola Novelli nel novembre 2010: "In recepimento del Protocollo di Kyoto le centrali idroelettriche sono diventate “opere pubbliche improrogabili e urgenti”, e a Firenze lo sfruttamento del fiume avrebbe comportato la messa in sicurezza di una dozzina di briglie con la produzione di elettricità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di, si stima, 50.000 persone. Ma ormai il rischio concreto è che la matassa non si sbrogli prima di tre lustri dal suo inizio. Un ritardo imperdonabile per le amministrazioni locali".

Era il 28 gennaio del 2008 quando l'allora presidente della Provincia, Matteo Renzi, che poi sarebbe stato sindaco di Firenze ed oggi Presidente del Consiglio, annunciava l'idea di recuperare le vecchie briglie presenti lungo il corso dell'Arno per trasformarle in piccole centrali idroelettriche.Al fianco di Renzi c'era Stefano Giorgetti, assessore provinciale alla difesa del suolo, oggi assessore alla Mobilità al Comune di Firenze con delega alla Tramvia.

Il Bando per individuare il project financing, vale a dire il soggetto che avrebbe dovuto assumersi l'onere economico di attuare l'intervento, era stato pubblicato solo una manciata di giorni prima e rientrava nel programma triennale per le opere pubbliche 2008-2010. Un Bando che ha cancellato tutte le richieste arrivate in precedenza dai privati e mai accolte.“Una idea -  dichiarava a Nove da Firenze Mauro Romanelli, consigliere regionale Verdi/Federazione della Sinistra - da attribuire a Fabio Roggiolani che aveva discusso con Matteo Renzi del progetto”.

Tesi confermata dallo stesso Roggiolani: “Sì, avevo portato a Renzi il progetto circa l'utilizzo delle briglie dell'Arno per produrre energia elettrica e lui l'aveva rilanciato”.A Palazzo Medici Riccardi tre anni dopo arriva una nuova amministrazione provinciale, un nuovo presidente, Andrea Barducci al posto di Renzi, divenuto sindaco, ed un nuovo assessore all'Ambiente, Renzo Crescioli, e le briglie sono ancora lì senza produrre un kilowatt.

“Il project financing sulle briglie dell’Arno - dichiarava la segreteria di Crescioli nel novembre 2010 - è uno dei progetti più rilevanti a cui sta lavorando la Provincia di Firenze dal punto di vista delle energie rinnovabili. Grazie ad esso, oltre alla riqualificazione e consolidamento di 13 briglie, sarà possibile produrre oltre 60 Gwh/anno di energia idroelettrica, con una riduzione di CO2 equivalente pari a oltre 45.000 tonnellate annue, corrispondente al 2% delle emissioni di CO2 equivalente dell’intera Regione Toscana”.

Alla scadenza del bando (28 luglio 2008) erano arrivate 3 proposte. Quasi un anno più tardi, l'11 marzo del 2009, la Giunta Renzi selezionava “in via provvisoria” la proposta risultata vincente. Nella stessa seduta la Giunta deliberava anche “di avviare un più lungo programma di esame e valutazione della proposta provvisoriamente prescelta, proprio al fine di adeguarla in dettaglio al pubblico interesse dell’Amministrazione sotto tutti i profili rilevanti”.Il progetto preliminare prescelto è base di una gara d'appalto con scadenza 20 settembre 2010.

Oltre 75 milioni di euro il valore dei lavori previsti, per un investimento pari a circa 98 milioni di euro. Il criterio adottato per l'aggiudicazione dell'appalto è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa. L'Assessorato Provinciale prevedeva che entro il 31 marzo 2011, al termine della trattativa, fosse assegnata la concessione. Tutto pronto per il 2013.Oggi, 6 ottobre 2014. Gli analisti di Avvenia (www.avvenia.com), il "braccio bianco" delle imprese italiane, spiegano che il ramo dell'economia relativo alla riqualificazione energetica consentirà di creare nei prossimi 5 anni più di un milione di nuovi posti di lavoro in Italia, dando un contributo al tasso medio di crescita del PIL annuale superiore dello 0,5%.  La città Metropolitana è già in ritardo di 30 anni. La provincia di Firenze poteva essere un esempio nazionale, invece è morta al buio perché la lampadina non si è accesa

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