Blocco edilizia a Firenze, colpo di scena: Italia Nostra fa mea culpa sulla Querce

I legali dell'associazione: tirare in ballo l'ex collegio è stato un "refuso" o un "errore materiale". Il 25 luglio il Tar riaprirà il fascicolo sul complesso che una società indiana vuole trasformare in hotel di lusso. Per l'assessore Del Re ora tutti i giochi si possono riaprire, anche sul centro

Redazione Nove da Firenze
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17 luglio 2019 14:58
Blocco edilizia a Firenze, colpo di scena: Italia Nostra fa mea culpa sulla Querce

(DIRE) Firenze, 17 lug. - Tirare in ballo l'ex collegio Le Querce è stato "un refuso" o "un errore materiale". Lo mettono nero su bianco i legali di Italia Nostra nella memoria con cui l'associazione ambientalista si è costituita nel contenzioso intentato dal gruppo Leeu. Il 25 luglio il Tar della toscana, infatti, riaprirà il 'fascicolo' sul complesso che la società a guida indiana vorrebbe trasformare in un hotel di lusso. Vorrebbe, ma non può visto che i lavori sono stati fermati dal Comune dopo la sospensione della variante urbanistica del Comune di Firenze.

Un caso attenzionato, perché potrebbe far scuola e riperimetrare solo al centro storico l'ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha stoppato lo strumento della ristrutturazione con limiti. "Abbiamo appreso che Italia Nostra si è costituita nel contenzioso", spiega alla 'Dire' l'assessore all'Urbanistica Cecilia Del Re al termine dell'audizione in commissione Territorio di Palazzo Vecchio. "Siamo rimasti molto sorpresi, non solo perché avevamo iniziato un dialogo con loro e non ci avevano avvisato di questa ulteriore azione in giudizio, ma perché proprio sulla trasformazione del 'Querce', Italia Nostra aveva fondato la richiesta di una pronuncia d'urgenza del Consiglio di Stato". Leggendo poi l'atto presentato al Tar, rivela, "apprendiamo che Italia Nostra ha dichiarato di aver commesso un errore nell'aver citato il caso 'Querce' e si dichiara remissiva rispetto alla domanda dell'investitore".

A questo punto "visto anche il contenuto dell'ultimo atto di Italia Nostra, dove, oltre a dichiarare l'errore in questione, corregge il tiro e rettifica l'impugnativa delimitandola solo al centro storico, ci aspettiamo - chiede l'assessore - che questa posizione venga affermata nelle sedi opportune", estendendo la pozione al ricorso sulla variante. Altrimenti "potrebbe aver effetto solo per la Querce e non per tutti i tessuti fuori il centro storico". Senza, in pratica, si verrebbe a creare "un paradosso, con Italia Nostra che libererebbe solo l'operazione contestata nei suoi atti ma anche pubblicamente". (Dig/ Dire)

“Se quanto emerso oggi sul blocco dell'edilizia a Firenze corrisponde al vero, significa che siamo in mano a dei folli che per un banale “refuso” o “errore” hanno bloccato una città e stanno mandando sul lastrico decine di imprese edili e centinaia di famiglie di lavoratori. Questa volta un “scusi mi sono sbagliato” di certo non basterebbe perché occorrerà chiedere i danni a chi con insipienza piena solo di masochismo sta bloccando un'intera città mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro” Così Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze commenta la notizia che sul ‘caso’ delle Querce, che potrebbe sbloccare i cantieri fuori dal centro storico stoppati dall’ordinanza del Consiglio di Stato, ci sia un “errore materiale” di Italia Nostra.

“Quello che chiediamo è che il ripensamento di Italia Nostra adesso valga per tutta la questione ristrutturazioni – spiega Ferretti – e non solo per il caso Le Querce. Perché il nostro settore non può sopportare un altro stop a tempo indeterminato visto che le nostre imprese e i nostri lavoratori hanno già pagato e stanno ancora pagando un prezzo salatissimo alla crisi delle costruzioni.”

“Per chi non lo sapesse – aggiunge il segretario generale di Confartigianato Firenze - in Toscana l’edilizia tra il 2008 e il 2018 ha perso 28 mila addetti e 3.500 imprese. Una strage passata nel silenzio di quel partito del No che ritiene che la prospettiva per Firenze e la Toscana sia nell'immobilismo e non nella crescita sostenibile e responsabile come invece crediamo noi, consapevoli che una Firenze ferma a rimirar il suo straordinario passato non sia più in grado di dare risposte ai nostri giovani, ma solo a chi vive con e per la rendita di posizione”.

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